Turchia, pesa ancora l’incertezza politica. Ma il Paese continua a crescere

di Eli Koen, Head of Turkish Equities di Union Bancaire Privée – Ubp

Gli ultimi sviluppi in Turchia – specialmente quelli legati all’incertezza politica, all’aumento del terrorismo e alle problematiche legate alla Siria – hanno avuto inevitabilmente conseguenze negative sul premio per il  rischio del Paese, che a sua volta ha avuto un impatto negativo sul mercato azionario, sulla valuta e sui tassi d’interesse.

Nel breve periodo, i mercati si concentreranno principalmente sul risultato delle consultazioni politiche all’interno della coalizione e sull’eventualità di elezioni anticipate, con uno sguardo attento agli eventi terroristici in corso nel Paese. Nel medio periodo, qualora si riuscisse a formare un Governo di coalizione, i mercati si concentreranno sulla sua linea politica e sul team economico. Tutti i partiti hanno candidati competenti e la scelta di un team forte per la gestione economica del Paese verrebbe percepita in maniera positiva dai mercati. Qualora, invece, i partiti non riuscissero a formare un Governo di coalizione, ci aspettiamo un ulteriore aumento del premio per il rischio della Turchia, dal momento che l’incertezza politica interna prevarrà per un periodo di tempo più lungo.

Malgrado gli sviluppi negativi sul fronte politico, il quadro economico è relativamente calmo. L’espansione del PIL del 3% attesa per il 2015 è lenta rispetto agli standard turchi, ma è accettabile considerando la situazione macro a livello globale, con la crescita che latita. Ci sono aree di sviluppo molto solide come la vendita di automobili (+50% a/a), di case (+21% a/a) e di elettrodomestici (+10% a/a). La crescita dei prestiti al 19% è ancora sana in termini aggiustati per la valuta. Gli ultimi bilanci delle banche non mostrano alcun aumento significativo dei prestiti in sofferenza. Le banche restano fortemente capitalizzate senza alcun segnale di pressione sistemica. Il disavanzo delle partite correnti è ora sceso al di sotto del 5%, dal picco del 10%. La performance del bilancio rimane solida, con il deficit fiscale e il debito pubblico a livelli bassi e ben al di sotto delle medie dei Mercati Sviluppati e di quelli Emergenti. L’inflazione al 6,8%, inoltre, è in un trend al ribasso e finora, sorprendentemente, non ha mostrato significativi effetti negativi legati alla debolezza della valuta.

Nel frattempo, la politica internazionale e la situazione nei paesi circostanti la Turchia offrono sia opportunità sia rischi. Le aspettative circa un allentamento delle sanzioni economiche contro l’Iran dovrebbero costituire un fattore positivo per il commercio turco, in quanto il Paese è storicamente uno dei principali partner economici della Turchia. D’altra parte, un ulteriore aumento delle tensioni politiche in Siria e in Iraq potrebbe danneggiare un commercio già in deterioramento con questi Paesi e portare la performance di breve termine della Borsa di Istanbul (BIST) a discostarsi da quella degli omologhi.

L’appetito per il rischio a livello globale continua a essere un fattore rilevante per le performance del BIST, sia in maniera diretta con l’impatto sui flussi dei fondi dei Mercati Emergenti, sia indirettamente attraverso i movimenti dei tassi di interesse del Paese e i tassi di cambio della lira turca. Nei mesi scorsi, c’è stato un aumento delle aspettative circa un rinvio del rialzo dei tassi da parte della Fed. Tuttavia, gli ultimi commenti e indicatori economici hanno segnalato che la Fed potrebbe rialzare i tassi a settembre del 2015. Ciò è stato percepito in maniera negativa per i Mercati Emergenti, compresa la Turchia.

Ci aspettiamo che il flusso di notizie riguardanti la politica interna continuerà a dominare il mercato nel breve periodo. La volatilità dei mercati potrebbe continuare nel medio termine, fino a quando la politica locale non diventerà una questione secondaria, lasciando alle tematiche macro economiche lo spazio necessario a diventare il focus principale. Quando ci sarà un quadro politico più chiaro, riteniamo che i mercati probabilmente si focalizzeranno maggiormente sui fondamentali, come le dinamiche di crescita economica, le quali dovrebbero suggerire un outlook più positivo per la Turchia nel lungo periodo.

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