Investimenti alternativi: calano i rischi sistemici, ma la propensione al rischio è ridotta

a cura di Lyxor AM

È stato un mese all’insegna dei fattori macro, con i mercati trascinati da catalizzatori estremamente speculativi e obbligati a seguire gli shock imprevedibili provocati dall’escalation della vicenda greca prima della scadenza del rimborso del 20 luglio. L’accordo raggiunto in extremis ha permesso agli asset rischiosi di recuperare terreno. A 3.000 km di distanza, l’accordo iraniano sul nucleare è stato un altro catalizzatore speculativo, con importanti conseguenze per il settore energetico. Nell’Estremo Oriente, l’accelerazione del crollo della Borsa cinese ha destabilizzato i mercati emergenti e le attività globali, a causa dei timori di un effetto domino dovuto alla riduzione dei margini di negoziazione.

Nel complesso, i fondi Long Short Equity hanno registrato netti rialzi, ad eccezione di quelli asiatici. La soluzione – temporanea – della crisi greca e la seconda fase ribassista delle commodity hanno favorito in modo selettivo l’Europa e in una certa misura il Giappone. Entrambe le regioni hanno inoltre beneficiato di un’ottima stagione in riferimento ai profitti registrati. I gestori L/S equity europei hanno sovraperformato a luglio, traendo vantaggio dall’eccellente contributo del beta e dalla situazione contingente favorevole alla strategia. Tutti questo mese hanno performato positivamente.

Negli Stati Uniti invece i mercati hanno attraversato una situazione differente a causa dell’imminente avvio della normalizzazione da parte della Fed e degli utili deludenti del secondo trimestre. Tuttavia, il calo delle correlazioni negli USA e l’aumento delle valutazioni fondamentali/delle singole società hanno consentito ai gestori statunitensi di generare un alfa elevato sia dalle posizioni long che da quelle short. Quasi tutti i gestori hanno concluso il mese in rialzo. Il complesso processo di stabilizzazione della Borsa cinese ha continuato a erodere i rendimenti dei gestori asiatici, che erano tuttavia molto più protetti rispetto alla prima fase dello scoppio della bolla cinese.

I fondi Event Driven non hanno avuto performance altrettanto buone, quelli Merger Arbitrage hanno sottoperformato rispetto agli Special Situation. L’orientamento generale della strategia a favore degli USA è risultato penalizzante. La stagione dei risultati deludente negli Stati Uniti ha causato un aumento della volatilità nei deal chiave dei settori healthcare, media e high-tech. Ciò ha controbilanciato i guadagni derivanti dal perfezionamento dell’operazione DirectTV/AT&T o dall’annuncio della maxi-transazione tra Teva e Allergan. Questo contesto è stato molto più difficile da affrontare per i gestori Merger Arbitrage. Mentre l’esposizione dei fondi Event Driven al settore delle risorse era limitata, l’entità del crollo nei comparti energetico e dei metalli di base a luglio ha colto gli operatori di sorpresa. Ne hanno risentito le posizioni dei fondi sia Merger Arbitrage che Special Situation. Inoltre, la crescente prudenza verso le posizioni illiquide prima della normalizzazione della Fed non è stata d’aiuto. La buona tenuta delle posizioni attive liquide ha consentito ai fondi Special Situation di chiudere il mese su un livello pressoché neutrale.

I fondi Long Short Credit Arbitrage hanno messo a segno eccellenti performance. Grazie al posizionamento estremamente difensivo, i gestori hanno evitato la maggior parte del sempre più rapido deterioramento del settore energetico. Hanno inoltre risentito in misura ridotta dei crescenti timori sul mercato corporate statunitense, sia nel segmento IG (principalmente da parte degli emittenti del settore delle risorse), sia in quello HY (che sconta gli utili deludenti). Le posizioni short hanno generato un miglioramento delle perdite parziali. Questi fondi hanno inoltre beneficiato dell’emergere di opportunità negli spread dei Paesi periferici europei, dopo l’accordo raggiunto in extremis dalla Grecia.

I gestori CTA hanno sovraperformato a luglio, mettendo a segno ottimi risultati grazie alle commodity. Inizialmente hanno risentito delle inversioni trasversali, dopo l’annuncio dell’inatteso referendum in Grecia, per poi recuperare totalmente il terreno perduto. La loro direzionalità selettiva si è dimostrata proficua. I principali guadagni sono stati conseguiti grazie al posizionamento short nell’energia e da quello lungo sugli asset rischiosi europei.

Le posizioni long in dollari e in obbligazioni statunitensi e britanniche hanno registrato risultati più modesti. Nel complesso, i guadagni di questi titoli sono stati controbilanciati dalle perdite registrate sui bond europei.

I fondi Global Macro hanno registrato performance positive nei mercati in difficoltà. A differenza di quanto avvenuto per i gestori CTA, le commodity non hanno fornito contributi significativi. Questi fondi hanno goduto tuttavia di un ottimo posizionamento per beneficiare di un contesto caratterizzato da un rischio sistemico più contenuto, malgrado i timori relativi al ritmo della ripresa della crescita globale. Il nuovo indebolimento del petrolio ha sostenuto ulteriormente le aree in reflazione. In tal senso, il sovrappeso sulle azioni europee rispetto a quelle statunitensi si è rivelato vincente. A luglio, la volatilità è stata gestita mediante l’esposizione ai tassi d’interesse, che ha fornito una copertura. Prima della fine del mese, l’esposizione netta alle obbligazioni europee era pari a zero, mentre la posizione netta in obbligazioni USA si attestava al 15%.

“L’attenuarsi dei rischi sistemici in seguito all’accordo greco e la stabilizzazione della Borsa cinese non hanno dato il via a una nuova fase di propensione al rischio. L’attenzione si è invece concentrata sulle conseguenze del rallentamento dell’economia cinese e della normalizzazione della Fed”, afferma Jean-Baptiste Berthon, Senior Cross-Asset Strategist presso Lyxor AM.

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