Goldman Sachs confida nella ripresa dell’Italia

L’Italia sembra aver conquistato le simpatie di una delle banche d’investimento più grandi, importanti ma anche più criticate del mondo: Goldman Sachs punta sull’Italia e scommette in una seconda metà dell’anno con i fiocchi per la penisola. A confermare questa view, una serie di fattori che vanno dagli aiuti esterni derivanti dall’azione della Banca Centrale Europea e dalla sua azione di sostegno all’economia attraverso il Quantitative Easing fino a quella che per Goldman è un’attività riformatrice portata avanti dal governo, attività che all’estero sembra incontrare molto più consenso che in patria (forse proprio perché sono all’estero…) il tutto mentre il settore bancario sembra a sua volta avvantaggiarsi di un’altra spinta arrivata sempre dall’Europa e cioè la strategia di rafforzamento del settore e di messa in sicurezza non solo dei conti ma anche delle norme che lo regolano.

Sul mercato, secondo quanto affermato da Goldman, i primi segnali positivi per le industria made in Italy ci sono stati già dalla prima parte dell’anno, segnali che adesso devono per forza essere rafforzati nella seconda, il che permetterà agli investitori di avere ulteriori elementi positivi a favore del listino italiano.

Petrolio low cost Un trampolino di lancio che è stato potenziato e continuerà ad esserlo, sia dai bassi tassi di interessi, ma anche da un greggio low cost che resterà tale ancora per diverso tempo.
Basti pensare non solo ai primi scambi commerciali con l’estero che gli Usa sono adesso autorizzati a fare (i primi di una lunga, futura serie?) ma anche l’arrivo sul mercato del petrolio iraniano; un petrolio che anche se non subito, è destinato ad aumentare nell’offerta e a diminuire nel prezzo.
Anche se, a detta degli analisti, una depressione prolungata del greggio significherà una serie di impatti molto profondi sulle società estrattive impegnate in una radicale opera di ristrutturazione degli investimenti e delle strategie di mercato. Un settore, quello del petrolio, la cui performance claudicante potrebbe essere recuperata sul fronte bancario: il credito, infatti, resta privilegiato in virtù del futuro riassetto delle popolari e del rafforzamento derivante dalle prossime fusioni nelle popolari.

W l’Europa e W l’Italia Insomma tutto a favore dell’Europa in generale e dell’Italia in particolare proprio perché a differenza della Spagna e della Germania, le altre due grandi nazioni che si trovano in vantaggio nella lista di Goldman, Milano può vantare un gap più ampio e prospettive di recupero migliori. Per quanto riguarda l’export, invece, i timori vengono sempre focalizzati sulla Cina e sulla sua crisi economica: in realtà a spaventare di più non è la bolla finanziaria, relativamente circoscritta a un pubblico di 90 milioni di traders, cifra che potrà apparire enorme ma che risulta minima se si pensa all’intera popolazione cinese.

A far temere gli esperti è il calo dell’attività manifatturiera e il calo dello yuan che mette in crisi il settore lusso e quello auto, due realtà che, per quanto abbiano assorbito il colpo, sul lungo periodo rischiano di subire diverse perdite qualora le incertezze sul settore dovessero continuare.

a cura di Trend Online

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