Europa chiude di slancio su Ifo e PboC

Chiudono sui massimi di seduta i listini europei dopo il tonfo di ieri. Bene anche Wall Street, dove gli indici guadagnano intorno al 2%. Questo movimento non è solo dovuto a un rimbalzo tecnico. I listini europei avevano aperto le contrattazioni con un balzo del 2%. Gli acquisti hanno guadagnato forza, però, subito dopo:
–          la pubblicazione dell’indice IFO sulla fiducia delle imprese tedesche, risultato migliori delle attese. Era un dato molto atteso visto che proprio la Germania ha molti traffici commerciali con la Cina;
–          e soprattutto, il taglio dei tassi da parte della Banca centrale cinese (People’s Bank of China, PBOC), il quinto da novembre scorso. L’Istituto di Pechino ha ridotto di 25 punti base i tassi di interesse sui prestiti (ora al 4,6%, nuovo minimo storico) e quello sui depositi. Allo stesso tempo, la PBOC ha tagliato anche il coefficiente di riserva obbligatoria di 50 punti base, portandolo al 17,5%.
Le decisioni odierne della PBOC contribuiscono ad allentare i timori sul rallentamento della seconda economia del mondo. Sebbene occorra diverso tempo affinché questi dati inizino a produrre effetti sull’economia reale, gli operatori terranno ora l’attenzione rivolta alle figure che arriveranno da Pechino nelle prossime settimane, per quanto affidabili e accurati. Stupisce come mai la Banca centrale nelle ultime settimane abbia messo in campo misure di stimolo così importanti (5° taglio dei tassi consecutivo, svalutazione dello yuan e iniezione di liquidità sui mercati), nonostante il Pil del 2° trimestre sia risultato migliore delle attese (+7% a/a vs +6,8% atteso) e in linea con i target del governo.
Nonostante i rialzi importanti di oggi, i mercati non possono definirsi fuori pericolo. Nel breve i recuperi in borsa potrebbero proseguire, ma se i dati a settembre/ottobre non dovessero mostrare segnali di recupero, i timori di queste sedute potrebbero diventare realtà e le vendite potrebbero essere molto importanti. Questo scenario non sembra essere più così lontano come qualche mese fa, ma è ancora prematuro per pronunciarsi in materia.
Sul fronte valutario, l’euro è tornato sotto pressione in scia alla propensione al rischio affiorata questa mattina, a conferma delle operazioni di carry trade da parte degli investitori. Recupera terreno anche il petrolio, che si allontana dai minimi da  quasi 7 anni registrati ieri. In settimana gli operatori terranno l’attenzione rivolta al simposio di Jackson Hole, dove i banchieri centrali di tutto il mondo discuteranno dei recenti movimenti del mercato. I commenti che arriveranno da tale evento potrebbero condizionare i mercati sul finire di settimana.
A cura di Vincenzo Longo, market strategist di IG

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