Yen sugli scudi, oro non più rifugio

La giornata di ieri è stata di recuperi tecnici sui listini dopo il lunedì nero del 2015. Continuano a mostrarsi valide le correlazioni che vedono lo yen come principale valuta rifugio, in grado di salire di fronte a vendite di rischio e viceversa, con il dollaro americano che oggi ha effettuato dei tentativi di ricorrelazione contro le principali divise, non riusciti per quanto concerne il dollaro australiano e neozelandese.
Sul fronte materie prime continua la pesantezza del petrolio con l’oro che ha subito abbandonato il ruolo di bene rifugio (ci riferiamo chiaramente a reazioni e a movimenti di brevissimo periodo) rispolverato di fronte agli scenari di avversione al rischiosi di ieri, confermando come di fronte all’alleggerimento delle vendite sui listini esso non sia ancora considerato come elemento importante di diversificazione di portafogli (data la latitanza dell’inflazione all’interno delle maggiori economie).
I dati macroeconomici rilasciati non sono stati in grado di impattare in maniera importante sui prezzi, ma dopo i movimenti di ieri, non ci aspettavamo nulla di diverso. L’indice IFO ha mostrato un lieve miglioramento a 108.3 punti, contro un precedente 108.0 e delle attese pari a 107.6, mentre la fiducia dei consumatori americani relativa al mese di agosto ha superato quota 100.00 (101.5 per la precisione), scostandosi dalle rilevazioni precedenti e dalle aspettative, rispettivamente pari a 90.9 e 93.4, portando a lievi rivalutazioni di dollaro: prese di profitto dopo i movimenti di ieri e posizionamenti long non di medio periodo ma in intraday per sfruttare gli swing sui minimi.
A cura di Matteo Paganini, FX analyst FXCM

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