Il Ftse Mib chiude sotto 22.000. Si prevede un autunno caldo sui mercati

Si chiude una settimana caratterizzata dalla volatilità sulle borse mondiali, che, dopo il tonfo di lunedì, sono riuscite a recuperare tutte le perdite. Piazza Affari ha terminato con un calo dello 0,9%. Il listino milanese rimane in assoluto, però, quello migliore a livello mondiale da inizio anno, con un saldo positivo del 16,5%. Più penalizzato il Dax di Francoforte, che ha visto ridursi la sua performance a un timido +6%, dopo le vendite delle ultime settimane. I timori sulla Cina hanno impattato maggiormente, quindi, sul listino tedesco visti i flussi commerciali tra i due Paesi e l’esposizione del business verso il gigante asiatico (Volkswagen per esempio). Positivo anche il recupero di Wall Street, con gli indici che sono riusciti a recuperare i cali di inizio settimana.
Nonostante i recenti movimenti, il quadro rimane ancora molto incerto e complicato. I movimenti delle ultime sedute sono stati troppo importanti da poter essere trascurati e catalogati come un semplice “sciacquone” estivo. È pur vero che gran parte del movimento è stato dettato dal panico e dai timori. Cosa aspettarsi dunque? Crediamo che i mercati possano cercare di dare seguito a questa fase di recupero nelle prossime settimane. La volatilità rimarrà ancora molto sostenuta poiché ogni dato macro in arrivo dalla Cina la prossima ottava sarà monitorato con cura da parte degli investitori (indici PMI di agosto) e potrebbe generare nuove vendite.
La nostra impressione è che in autunno tutte le incertezze sulla crescita cinese possano riaffiorare, determinando nuovi cali di borsa. Il quadro sarà poi complicato dall’avvicinarsi del rialzo dei tassi da parte della Fed, che accelererà il deflusso di investimenti diretti sui Paesi emergenti.
In misura inferiore, ma non certamente trascurabile, potrebbero contribuire ad aggiungere volatilità sui mercati anche i delicati passaggi elettorali nella zona euro. Scampato, per ora, il rischio default, la Grecia tornerà alle urne il prossimo 20 settembre, con Tsipras che cercherà di costruirsi una maggioranza solida per poter dare seguito alle riforme promesse ai creditori internazionali ed eventualmente discutere di un allungamento delle scadenze sul debito. Spinose sembrano essere anche le elezioni in Portogallo e Spagna, dove le forze anti austerità rimangono ancora molto compatte. L’instabilità politica potrebbe, quindi, contribuire a rallentare il passo a un’Europa pronta ad accelerare la ripresa. Toccherà ancora a Draghi rassicurare gli investitori, magari con un ritocco al rialzo delle soglie del QE, soprattutto se il petrolio (in rally nelle ultime due sedute) dovesse aggiornare nuovi minimi pluriennali entro la fine dell’anno.
Come difendersi? L’attenzione del mercato nelle ultime settimane sembra essersi spostata sui bond. Le violente vendite hanno compromesso il sentiment del mercato al punto che si compra sicurezza e ci si allontana dall’equity, soprattutto quello più caro, come quello Usa. Per chi proprio non riesce a farne a meno, non resta che rifugiarsi sull’equity europeo periferico, che potrebbe regalare ancora qualche soddisfazione. Tra le valute, lo yen rimane la valuta da preferire insieme al biglietto verde, in vista di una stretta monetaria vicina della Fed.
A cura di Vincenzo Longo, market strategist di IG

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