Cina, Fed e materie prime dominano la scena: la view di T. Rowe Price

A cura di David Eiswert, gestore del T. Rowe Price Global Focused Growth Equity Fund
Cosa sta succedendo ai mercati globali? Sia il mercato azionario cinese sia quello statunitense stanno registrando livelli di volatilità che non si vedevano da molto tempo. I livelli di volatilità sono veramente troppo elevati e segnalano una forte attività di trading quantitativo in atto su tutti gli ETF e molte scommesse popolari che stanno pagando i loro effetti. Ciò è anche una dimostrazione di quanta strada abbiano fatto negli ultimi dieci anni i prodotti quantitativi e gli ETF e di come il mercato si è spostato da persone in carne ed ossa che acquistano e vendono azioni ai software. Bisogna fare molta attenzione su questo tema.
In questo momento ci sono molte contraddizioni nel mercato, abbiamo un’economia statunitense abbastanza in salute, un’Europa che si sta consolidando e la caduta dei prezzi delle materie prime e del greggio, che riteniamo sia causata più dall’offerta che dalla domanda. Crediamo che i prezzi energetici bassi e un’economia statunitense in salute, insieme ad una Europa stabile, siano tutte buone notizie per l’economia globale. Allo stesso tempo stiamo assistendo a una grande volatilità nei Mercati Emergenti e a molti cambiamenti interessanti in Cina, che sollevano punti di domanda sullo stato di salute dell’economia cinese e forse, ancora più importante, su ciò che sta accadendo da punto di vista politico.
Infine, mettendo tutti insieme, c’è il timore di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, una crescita stabile negli Stati Uniti e una crescita debole nei Mercati Emergenti; in più, i mercati temono una situazione di doppio svantaggio, con un rallentamento globale unito a un aumento dei tassi negli USA.
Quindi, che view abbiamo sull’economia globale? Per rispondere, ci siamo posti tre domande:
1) Crediamo che ci sarà un aumento dei tassi di interesse, anche di poco, nel breve-medio termine? Sì. A nostro avviso la Fed vuole rimuovere l’eccesso di allentamento della sua politica monetaria: perciò dovremmo assistere ad una normalizzazione dei tassi di interesse da qui ai prossimi anni. Oltretutto, ci sono molte ragioni per cui gli Stati Uniti dovrebbero farlo.
2) Crediamo che ci sarà ancora molta volatilità? Sì, in parte ciò sta già accadendo, in quanto siamo in una fase di transizione, un po’ di volatilità nei mercati finanziari è necessaria per arrivare a un normalizzazione dell’economia.
3) Crediamo che ciò possa implicare una recessione negli Stati Uniti? A nostro avviso no, in quanto i consumi sono solidi, i prezzi energetici bassi e l’occupazione sta migliorando. Ci sono molte aree nell’economia dove non si sono creati eccessi, infatti se non ci sono stati periodi di crescita eccessivi del ciclo degli investimenti o della crescita è difficile che ci sia una recessione.
Guardando alla Cina, le nostre paure riguardano soprattutto la situazione politica e sociale. Considerando il bilancio pubblico del gigante asiatico e l’abilità di Pechino nel controllare l’economia, non ci aspettiamo che in Cina ci sarà una crisi finanziaria o del debito come quella che abbiamo sperimentato negli anni passati e non crediamo neanche che ci possa essere un effetto contagio. Riteniamo che il renminbi sia sopravvalutato e perciò dovrebbe essere leggermente svalutato. Le dinamiche in Cina sono differenti oggi rispetto a solo cinque, sei, dieci anni fa e perciò, potenzialmente, la valuta è sopravvalutata.
Da un punto di vista politico la Cina sta tentando di aprire il suo mercato finanziario in modo da attirare maggiori investimenti stranieri, il problema è che ciò implica molta volatilità, molti investitori stranieri sono un po’ “furbi” nel modo in cui si posizionano e scambiano nei mercati e ciò pare qualcosa che il governo di Pechino non è disposto a tollerare al momento. In pratica, le autorità cinesi vogliono essere in grado di poter manipolare il mercato, tuttavia aspirare a un mercato aperto e allo stesso tempo volerlo manipolare diventa un problema.
A nostro avviso questo periodo di transizione è la causa degli elevati livelli di volatilità. Xi Jinping si sta sforzando di combattere la corruzione e consolidare il potere e ciò, di conseguenza, comporta una situazione politica e sociale incerta. Questo è forse l’aspetto a cui bisognerebbe prestare più attenzione ora. Maggiore sarà la stabilità nel contesto politico e sociale, maggiore lo diventerà nel contesto economico.
Per quanto concerne la caduta dei prezzi delle materie prime, crediamo che ciò sia una nota positiva per tutti, per l’India, per gli Stati Uniti e per l’Europa, tuttavia ci vuole tempo affinché i bassi prezzi energetici si possano trasferire all’economia reale. Associare la crescita globale ai prezzi dell’energia e delle materie prime era vero fino a dieci anni fa. Oggi abbiamo molta più energia di quanto pensassimo e in un contesto di crescita lenta avere a disposizione un ulteriore barile di petrolio, di cui però non si ha bisogno, non vale nulla, per tale ragione stiamo assistendo alla caduta dei prezzi. In generale, questa dovrebbe essere una notizia molto positiva per i consumatori.
A nostro avviso la Fed vuole rialzare i tassi, tuttavia questo periodo di volatilità ha fatto credere a molte persone che ci saranno ancora politiche monetarie accomodanti. Potenzialmente la Fed desisterà dal rialzare i tassi fino a dicembre e forse fino all’inizio del 2016. Nonostante tutto, l’Istituto centrale americano vuole ritornare a un contesto di normalizzazione dei tassi, di conseguenza un aumento di 25 punti base, specialmente con una economia statunitense forte, non è una aspettativa irragionevole, anche con questa volatilità in Cina.
Non stiamo cercando di scommettere sui tassi di interesse, al contrario tentiamo di metterci nei panni dei policy maker e capire la direzione di lungo termine. Cosa stiamo facendo in tale contesto? Ci stiamo focalizzando su quelle società di qualità di cui possediamo approfondite informazioni circa l’incremento dei ritorni nel futuro, utilizzando la nostra piattaforma di ricerca globale per trovare tali società. La volatilità ci permette di rafforzare le nostre posizioni, se abbiamo forti convinzioni: questo è quello che abbiamo fatto durante le oscillazioni dei mercati.
Abbiamo sovrappesato i titoli finanziari a inizio anno, una scelta che si è rivelata di successo; poi il comparto ha fatto molti passi indietro e abbiamo tagliato l’esposizione a inizio estate; ora stiamo cercando di trovare opportunità di investimento nel settore. A nostro avviso, se la volatilità persistesse e tenesse giù i tassi, le operazioni di M&A dovrebbero continuare ad essere un driver importante per l’economia globale e vedremo società che si finanziano a tassi bassi per consolidare i propri settori e rimuovere la capacità in eccesso.

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