Draghi ricarica il bazooka

Soffia sulle candeline, ma anche sulle borse Mario Draghi nel giorno del suo 68° compleanno. Il numero uno della Bce, durante la conferenza stampa, ha dichiarato che il Consiglio direttivo ha preso atto che nelle ultime settimane sono aumentati considerevolmente i rischi (downside risk) sull’economia della zona euro a causa di fattori esogeni riguardanti la Cina e i prezzi del petrolio. Da qui la decisione di essere pronti a intraprendere ogni misura possibile per contrastare un ulteriore rallentamento dell’inflazione con “tutti i mezzi a disposizione”, inclusa una revisione del QE. Il piano di Quantitative Easing potrebbe essere rivisto in termini di durata, composizione e dimensione.
Sebbene un discorso simile era atteso dal mercato, il mood degli operatori sembra aver risentito dalla particolare incisività e determinazione trapelata delle parole di Draghi. Il presidente della Bce non ha mancato di sottolineare che, al momento, nessuna decisione è stata presa in considerazione e sarà necessario un deterioramento delle condizioni di mercato prima di agire. Importantissimo il passaggio in cui Draghi ha precisato che la prima fonte di informazione per Francoforte è il prezzo del petrolio, la cui volatilità degli ultimi giorni di sicuro non facilita il compito delle Banche centrali.
Borse europee in forte rialzo. L’atteggiamento ultra accomodante della Bce ha favorito le borse europee, tutte in forte rialzo. Oltre che all’attesa di nuove manovre espansive, gli investitori accolgono con favore anche il forte deprezzamento della moneta unica verso le principali valute mondiali, che favorisce l’export. Il cambio Euro/Dollaro è passato da 1,1230 prima della conferenza a 1,1090. Una chiusura oggi sotto 1,11 oggi potrebbe aprire a un ritorno verso 1,08, soprattutto in concomitanza di un report solido del mercato del lavoro Usa di domani. Tra le commodity, prosegue il recupero del petrolio, con WTI che sta tornando verso i 50 dollari/barile, mentre l’oro ha risentito dell’outlook debole tracciato sul fronte inflazione dalla Bce e sta tornando ora verso i 1.120 dollari/oncia.
Ora l’attenzione si sposta al report sui Non Farm Payrolls, in agenda domani pomeriggio. Il risultato potrebbe essere decisivo ai fini di un rialzo dei tassi della Fed già a settembre, stando a quanto è emerso nel Beige Book di ieri sera. Crediamo che i mercati possano rimanere sostenuti sino al report di domani, ma nel pomeriggio le vendite potrebbero riaffiorare in vista del lungo ponte di Wall Street (lunedì chiusa per il Labor Day) e per la riapertura delle borse cinesi.
A cura di Vincenzo Longo, market strategist di IG

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