Non farm payrolls sotto le attese. Ma non si allontana lo spettro del rialzo dei tassi

L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha comunicato che, nel mese di agosto, sono stati creati, 173 mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli, in calo rispetto alle attese (fissate a +223 mila unità). Il tasso di disoccupazione è sceso ai nuovi minimi dal 2008, raggiungendo il 5,1% (dal 5,3%), mentre il tasso di partecipazione al lavoro è rimasto fermo per il terzo mese consecutivo al 62,6% (minimi dal 1977). Riviste al rialzo sia le cifre di giugno che di luglio, in entrambi i casi portate a +245 mila unità (da +231 mila della stima di giugno e +215 mila di luglio).
Con i dati odierni la crescita media dei posti di lavoro negli ultimi 12 mesi è stata pari a +247 mila unità. Accelera un po’ la crescita dei salari, che si è attestata a +2,2% su base tendenziale. I settori che continuano a creare posti di lavoro sono quelli dei servizi, in particolare quello finanziario e quelli legati alla salute e alla cura della persona. Deflussi si registrano, invece, nel settore manifatturiero e quello minerario, complice in questo caso, il forte calo dei prezzi delle commodity che riduce gli investimenti e porta a tagli occupazionali.
La nostra impressione è che la delusione delle figure di agosto è stata in gran parte controbilanciata dalla revisione al rialzo delle stime dei mesi precedenti. Inoltre, gli operatori potrebbero sperare in una revisione al rialzo delle stime di agosto il prossimo mese. Continua a scendere il tasso di disoccupazione, ora al 5,1%, prossimo ai livelli che la Fed aveva più volte invocato essere strategico per un rialzo dei tassi.
Un simile report sul mercato del lavoro da solo non è sufficiente ad allontanare lo spettro del rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed nella prossima riunione di settembre. Già questa mattina gli investitori erano apparsi abbastanza nervosi per questa eventualità. Sebbene un simile notizia non necessariamente sia causa di vendite sulle borse, il mercato sta dando seguito a dei ribassi visto che la Banca centrale più importante del mondo si appresta ad avviare una politica monetaria restrittiva, nonostante i persistenti timori sul rallentamento della Cina e il recente taglio delle stime sulla ripresa globale. A questo punto solo una repentina discesa dei prezzi del greggio e un ritorno delle tensioni sui mercati potrebbero allontanare questa possibilità.
Sui mercati, il cambio Eur/Usd oscilla intorno all’1,11 dopo una fase di iniziale calo. In questo momento sul cross stanno agendo due forze contrapposte. Da un lato ci sono pressioni ribassiste guidate da un rafforzamento del biglietto verde in vista del rialzo dei tassi della Fed, dall’altro, la fase di risk off sulle borse sta determinando la chiusura di posizioni in carry trade che spinge gli investitori a riacquistare euro.
Accelerano al ribasso le borse mondiali. Le vendite potrebbero accentuarsi questo pomeriggio, visto che Wall Street si preparerà al lungo ponte festivo per via del Labor Day che terrà le borse statunitensi chiuse lunedì.
A cura di Vincenzo Longo,market strategist di IG

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