Crescita globale debole, è l’ora di essere flessibili e attivi

di Johanna Kyrklund, Head of Multi-Asset Investments, Schroders

La Cina ha occupato le prime pagine dei giornali quest’estate: in primo luogo, per via della correzione della Borsa registrata a luglio, e, successivamente, per la decisione di svalutare la propria moneta in agosto. Per quale motivo la Cina ha causato tutta questa volatilità sui mercati finanziari globali?

Il problema è molto più ampio e non riguarda soltanto la Cina: la crisi finanziaria del 2008 ha creato degli spettri ancora presenti e pertanto, negli ultimi anni, la ripresa economica è stata più anemica di quanto si aspettassero gli investitori. La decisione da parte delle autorità di Pechino di agire sulla valuta è un elemento sintomatico di tale contesto, in cui la domanda globale è debole e quindi i movimenti valutari possono avere un impatto sproporzionato sulle vicende di qualsiasi economia.

A nostro avviso, continueremo a vivere in un contesto di crescita globale ancora relativamente debole e di conseguenza ciò preoccupa gli investitori che temono che la ripresa possa arrestarsi. I tassi d’interesse rimarranno bassi e anche negli Stati Uniti, dove comunque ci si sta preparando per un aumento, ci aspettiamo che il ciclo di rialzo sarà lieve.

Sostanzialmente, in un contesto di bassi tassi d’interesse, le valutazioni delle asset class continueranno a essere sostenute e inoltre vediamo valore in alcuni degli asset più ciclici, come ad esempio i Mercati Emergenti, i quali dovrebbero fornire opportunità agli investitori con un approccio più attivo e flessibile.

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