Ieri le autorità del Kuwait, produttore chiave di petrolio targato OPEC, ha affermato che il mercato del greggio troverà un suo equilibrio senza la necessità di intervanti specifici, indicando così il proseguimento della politica attuata per contrastare la produzione di shale oil negli Stati Uniti.
In questo contesto, come riportato dagli analisti di Wings Partners Sim, l’OPEC ha nel frattempo stimato che da qui al 2020 le quotazioni del petrolio non saliranno oltre i 5 dollari per barile all’anno, per arrivare a quota 80 dollari con un rallentamento produttivo di matrice non-OPEC, incapace di mantenere stabile la produttività a questi livelli di prezzo.
Sempre in base a quanto stimato da qui al 2017, la produzione non-OPEC di greggio si attesterà a 58.2 milioni di barili al giorno, circa un mln di barili al giorno in meno rispetto le stime di inizio anno. Infine, sempre in base a quanto affermato tra il 2030 ed il 2040, il cartello riacquisterà il 40% dello share di mercato, pari a 40 mbpd, questo a fronte dell’attuale 33%, con prezzi previsti in area 90 dollari.
In base a quanto invece stimato dall’Eia, relativamente al terzo trimestre dell’anno, la produzione dovrebbe subire un ulteriore declino di 325.000 barili al giorno, portando la produzione complessiva al di sotto dei 9 barili al giorno, mentre nel corso dei prossimi 12 mesi la produzione dovrebbe scendere di ulteriori 340.000 barili al giorno.