Cina: gestire le aspettative scommettendo su bancari e real estate

a cura di Dmitriy Vlasov, portfolio manager East Capital

La correzione del mercato azionario cinese in seguito a un anno di forti guadagni non rappresenta una sorpresa in sé per sé. Al contrario, una correzione che abbassa le valutazioni così tese dovrebbe essere addirittura ben accolta. Il rally guidato dalla liquidità tra novembre 2014 e giugno 2015 è stato trainato soprattutto da finanziamenti al margine; la riduzione della leva finanziaria è positiva per il mercato, mentre gli scambi con margine sono scesi del  50% dal picco (il 2,7% della capitalizzazione complessiva del mercato e il 6,7% del flottante). I livelli di valutazione sono più rassicuranti ora, 14 volte gli utili sul mercato e 10 volte nel nostro portafoglio, mentre la crescita degli EPS è al 17% e i dividend yields sono alti.

E poiché la Cina ha un mercato finanziario relativamente debole – il legame tra mercato ed economia reale è abbastanza labile – non bisognerebbe esagerare il vero impatto della crisi. Ma il fatto che le preoccupazioni si stiano diffondendo in giro per il mondo, nonostante gli apparentemente limitati rischi di contagio per i mercati internazionali a causa del basso livello di penetrazione straniera sul listino A-share, e che sono riferite all’economia cinese, è un problema. L’apparente incapacità politica nella gestione della volatilità ha esacerbato le preoccupazioni sulla capacità di Pechino di controllare la situazione.

La sorprendente svalutazione del renminbi dell’11 agosto può essere vista come l’innesco principale (anche se non la causa) della recente volatilità. Anche se la portata dell’intervento è stata molto ridotta in termini assoluti (circa il 3%), così come in termini relativi (confrontata con gli altri Mercati Emergenti o anche con le valute dei Mercati Sviluppati come l’euro), la mossa ha causato forti speculazioni. Rimaniamo convinti che la principale ragione della svalutazione è che si tratta del primo passo di un lungo cammino verso una valuta a cambio libero. E questa è un’evoluzione positiva, ben accolta dal Fondo Monetario Internazionale, anche se fonte di volatilità nel breve periodo. L’economia cinese è in una fase di decelerazione da almeno cinque anni e continuerà su questo trend per altri due secondo il Fondo Monetario Internazionale. Il fatto che il dato sulla crescita sia diminuito da più del 12% all’inizio del 2010 fino a circa il 6% nel 2017 non rappresenta un problema fin quando si ribilancia in una crescita migliore e più sostenibile. Il problema è che il mercato è sempre più scettico sull’attuale tasso di crescita così come sulla probabilità che la decelerazione del tasso di crescita si arresti al 6%. Dal nostro punto di vista, è importante tenere in considerazione il tasso di crescita nominale quando parliamo di crescita cinese. Il rallentamento dell’economia è stato molto più evidente in termini nominali è questo è un elemento presumibilmente molto importante per il mercato azionario dato che il tasso di crescita nominale è direttamente legato agli utili societari rispetto che i tassi reali.

Le banche Il settore bancario ha subito un impatto negativo dai dati economici deboli e dal deterioramento della redditività delle società. Le banche hanno appena comunicato i risultati del primo semestre e i prestiti non performanti (NPL) sono cresciuti considerevolmente per la maggior parte delle banche, sia piccole che grandi, guidati soprattutto dall’incremento dei default nel settore privato. Allo stesso tempo, il fatto che le banche rimangano poco chiare, potrebbe essere una delle ragion principali alla base delle basse valutazioni.

L’immobiliare Il settore immobiliare è un evidente beneficiario delle misure di alleggerimento quantitativo monetario. Il mercato è apparso in ripresa dall’inizio dell’anno con il numero delle transazioni in netta crescita e il prezzo delle case che è iniziato a salire soprattutto nelle città Tier 1 (Pechino, Shanghai, Shenzhen e Guangzhou) laddove la situazione dell’offerta è abbastanza stretta. Allo stesso tempo, l’inizio di nuove costruzioni continua a diminuire e questo spiega, almeno in parte, i più deboli dati economici cinesi.

Outlook: consumi, salute e assicurativi guidano l’esposizione All’interno del nostro portafoglio manteniamo un solido sovrappeso nei settori collegati ai consumi di base  che discrezionali, dato che questi titoli sono favorevolmente impattati dal processo di ribilanciamento dell’economia. Vista la recente correzione sul mercato azionario, le valutazioni sono scese a livelli più attraenti. Sovrappesiamo anche il settore healthcare laddove crediamo in un outlook strutturalmente positivo nel lungo periodo. Nel settore dei servizi finanziari, siamo in sovrappeso sull’immobiliare e sulle compagnie assicurative, dato che queste ultime stanno traendo vantaggio dalla forte vendita di assicurazioni vita e la prospettiva di investimento di lungo periodo è forte per gli assicuratori dato il basso livello di penetrazione di prodotti assicurativi in Cina. Allo stesso tempo, abbiamo sottopesato materiali, utilities ed energetici dato che non ci attendiamo significativi miglioramenti nel breve e medio periodo in questi settori per l’eccesso di capacità e una minore elasticità sugli investimenti fissi a causa del processo di ribilanciamento economico.

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