La forza del dollaro e la crescita debole continuano a gravare sulle commodity

a cura di Hans Bevers, Senior Economist, Petercam IAM

I prezzi delle materie prime a livello globale hanno iniziato una correzione nel corso dell’estate 2014. Ora, dopo oltre un anno, ci sono ancora delle pressioni al ribasso significative. Ciò che è ancor più importante è che tali pressioni non sembrano destinate a sparire a breve. Per vari motivi, siamo portati a credere che i prezzi delle commodity siano destinati a rimanere piuttosto bassi nel prossimo futuro.

Gran parte delle materie prime sono denominate e scambiate in dollari. Il primo grafico mostra infatti come un tasso di cambio del dollaro più forte vada di pari passo con prezzi delle materie prime più bassi a livello globale e viceversa. Ci aspettiamo che il biglietto verde resti forte nel prossimo futuro. Mentre la Federal Reserve si sta avvicinando al primo rialzo dei tassi, la Banca centrale europea e la Bank of Japan continueranno a espandere i loro programmi di stimolo monetario. Inoltre la crescita in gran parte del mondo Emergente è mediocre, nel migliore dei casi. Il dollaro relativamente forte, a sua volta, continuerà a esercitare pressione al ribasso sui prezzi delle commodity a livello globale.

Poco prima dell’inizio della grande crisi finanziaria, diversi osservatori di mercato prevedevano che i prezzi del petrolio sarebbero aumentati, arrivando a superare i 200 dollari al barile. Per contro, nel corso degli anni si è venuto a creare rapidamente un eccesso di offerta, in particolare dall’inizio della rivoluzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti. E’ probabile, inoltre, che tale eccesso di offerta continuerà. In linea con la ripresa globale, la richiesta di petrolio è modesta. Allo stesso tempo, l’offerta è supportata dall’ingresso nel mercato di molti nuovi player e dalla lotta per le quote di mercato. Ciò, probabilmente, manterrà bassi i prezzi del greggio.

Fino a poco tempo fa, il forte appetito di materie prime da parte della Cina ha spinto i prezzi a toccare livelli elevati. Tuttavia, da quando Xi Jinping è diventato presidente del Paese nel 2013, Pechino ha iniziato a impegnarsi sempre più per riequilibrare la propria economia dagli investimenti verso il consumo interno. Malgrado il recente lancio di programmi infrastrutturali volti a supportare gli investimenti in capitale fisso, la Cina ha ancora molto lavoro da fare in proposito. Per alcune materie prime la quota di mercato del Dragone conta per quasi il 50% del consumo globale. Ciò suggerisce che non c’è da aspettarsi un rapido aumento dei prezzi delle commodity.

 

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