Qualche riflessione sul Pil Usa…

A cura di Corrado Cantore
A fronte di una chiusura positiva dell’ordine medio di un 3, % dei mercati azionari europei di Venerdì 25 Settembre la chiusura leggermente negativa dell’S&P500 pur limitata ad uno – 0,05% parrebbe dare credito a questa annotazione posta nell’Update di venerdì mattina.
Gli indici del mercato americano che qui propongo l’indice SP 500 di figura 7 e l’indice Wilshire 5000 di figura 8, da un punto di vista strettamente tecnico, sono da considerare a pieno titolo in una fase correttiva ancora lontana dalla ricerca di supporti al collegate ai minimi del 25 Agosto.
Per il vero la forte crescita del mercato azionario europeo è da leggersi a pieno titolo come rimbalzo dalle rilevanti connotazioni tecniche spinto anche dagli algoritmi di trading automatico così come ben descrive Walter Riolfi a pagina 3 del Sole 24 ore nell’articolo dal titolo ” Un rimbalzo tecnico guidato dagli algoritmici trading
Questo approccio tecnico non è molto lontano, da un punto di vista concettuale, dal riconoscimento dei diversi livelli di supporto specie per quelli osservabili sugli indici M.S.C.I. e da me proposti nel T’s Update di ieri.
In termini di leitmotiv o pensiero guida che verosimilmente seguirò nella redazione del TK’s Sentiment Outlook di questo week end il primo posto riguarda la situazione della crescita e PIL americano (altrimenti conosciuto come GDP)e delle affermazioni rilasciate dalla presidente della FED Yellen giovedì.
Quanto al primo punto si legge sui diversi giornali di un fatto apparentemente inatteso e fuori dell’ordinario relativo alla crescita del PIL americano del 3,9% nel secondo trimestre del 2015 (tra 4 giorni termina il terzo trimestre -J).
Occorre precisare che, come si legge in tabella 1, questo dato del 3,9% altro non è che il terzo aggiornamento del dato sul PIL del secondo trimestre. Ben sappiamo come in America si produca a circa un mese dalla chiusura di ciascun trimestre una prima stima di crescita del PIL del trimestre (in termini gestionali parleremmo di “preconsuntivo”) e questa stima viene successivamente rettificata due volte nelle successive settimane pria di giungere a quello ufficiale come quello diffuso ieri.
Ieri è stata diffusa la terza rettifica relativo al secondo semestre 2015 che ha visto un incremento dal 3,7% prodotto nel secondo aggiornamento (o nella seconda lettura come dicono gli americano) al 3,9% e quindi si tratta di un valore con contenuti positivi ma sostanzialmente già noti.
In secondo ordine occorre avere a mente che il dato del 3,9% del crescita del PIL è un dato nominale, ossia il dato che tiene conto della inflazione e a questo riguardo è doveroso prendere atto nella seconda tabella del fatto che nel trimestre interessato, riguardante i mesi di Aprile e Maggio e Giugno l’inflazione sia cresciuta dallo 0,1% dei due precedenti trimestri (su base annua) ad un 2,1%. Va da sé che da solo questo incremento della inflazione di un 2% rispetto ai primi due precedenti trimestri, anche in caso di invarianza del PIL in termini reali, comporti una crescita del PIL nominale di un 2%.
L’effetto di queste riflessioni tra andamento del PIL nominale e PIL reale lo si legge bene sul grafico illustrante l’andamento di crescita del PIL in termini reali e quindi al netto dell’inflazione, il quale si pone dal quarto trimestre del 2013 ad oggi sul livelli compresi indicativamente tra un 2,5 e un 2,8% (ovviamente su base annua). Dato certamente buono (specie se confrontato con lo zero virgola… del PIL italiano) ma diverso dal 3,9% come potrebbe apparire da una lettura sommaria del dato ufficiale diffuso ieri.
L’incremento del PIL di questo trimestre in esame è quindi del tutto allineato all’incremento registrato nei precedenti trimestre e quindi sotto questo profilo di analisi è certamente positiva la ripresa della inflazione ma non si osserva nulla di particolare in termini di crescita reale del prodotto interno lordo americano che possa leggersi come un “fatto di discontinuità” capace di imprimere rilevanti movimenti positivi al mercato azionario americano.
L’ultimo l’aspetto che mi pare interessante prendere in esame riguarda le riflessioni fatte dalla Yellen in termini di tassi Fed Funds e di politica monetaria, ma non nella sede istituzionale di commento alle decisioni del FOMC ma una settimana dopo in un’altra occasione quale uno speak fatto presso una università americana.
Giovedì della scorsa settimana ho avuto modo di ascoltare i commenti fatti dalle Yellen alle decisioni del FOMC e debbo osservare che francamente…… il senso di governo delle economia europea che dimostra il presidente della BCE Draghi…… sia ben superiore al senso di governo della economia americana che dimostra la signora Yellen. Mettiamola così …
In conclusione sono portato quindi a pensare che la signora Yellen abbia tentato di porre rimedio a una insoddisfacente presa di posizione di politica monetaria illustrata nei commenti delle decisioni della FOMC e, se questa mia personale interpretazione rispondesse alla verità, non dovremmo certo pensare che questo stato di cose possa portare il mercato americano ad un qualcosa di diverso da quanto, sagacemente Riolfi ha definito in merito ai mercati azionari europei di venerdì come un rimbalzo tecnico guidato dagli algoritmi.
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