Le Borse limano le perdite del mese e del trimestre. Occhi puntati su PMI e NFP

a cura di Vincenzo Longo, market strategist di IG

Seduta in forte rialzo per le borse europee, che limano così la performance negativa mensile e trimestrale. Il rimbalzo di oggi è, comunque, da intendersi puramente tecnico e non sostenuto dal notizie fondamentali. L’incertezza resta su livelli molto elevati come dimostrano anche i forti rialzi e ribassi che si susseguono seduta dopo seduta. L’attenzione rimane rivolta ai dati macro che saranno rilasciati nelle ultime due sedute della settimana. Mancano poche ore ormai per conoscere i dati finali sugli indici PMI manifatturieri cinesi di settembre. L’attenzione è massima e le premesse non sono delle migliori, dato che la lettura preliminare ha mostrato un peggioramento della contrazione dell’attività economica. Tali indicazioni potrebbero avere risonanza sulle borse per l’intera seduta di domani.

Non solo. Il mercato tiene gli occhi puntati sull’andamento del mercato del lavoro statunitense (Non Farm Payrolls), i cui dati saranno pubblicati venerdì alle 14.30. In questo momento, il mercato cerca rassicurazioni sulla crescita globale, pertanto delle buone letture di entrambe queste figure potrebbe portare i listini su un cauto percorso di recupero. Intanto, i dati odierni arrivati dagli Usa hanno mostrato luci ed ombre. Le stime ADP sui posti di lavoro privati a settembre sono cresciute di 200 mila unità, poco sopra le attese. Emblematico lo spaccato del dato, che ha mostrato un calo dei posti di lavoro nel settore manifatturiero di 15.000 unità, il dato peggiore dal gennaio 2010. Continua a stupire il settore delle costruzioni, che ha registrato un rialzo di 35.000 unità, il dato migliore da gennaio 2006. A confermare la debolezza del settore manifatturiero è stato oggi anche l’indice PMI di Chicago, che a settembre è tornato a contrarsi al ritmo peggiore da maggio scorso. Queste indicazioni porteranno i grandi gestori probabilmente a forti riposizionamenti in vista dell’ultimo trimestre dell’anno, pertanto potremmo assistere a un forte deflusso di fondi dall’azionario e un afflusso verso l’obbligazionario, considerato più sicuro al momento.

L’Europa, intanto, torna a fare i conti con la deflazione. Secondo i dati preliminari di settembre, l’indice dei prezzi al consumo della zona euro è sceso dello 0,1% su base tendenziale. Invariato il dato core, fermo a 0,9%. Il dato intensificherà i colloqui tra i membri del board della Bce per un eventuale ampliamento del Quantitative Easing in termini di ammontare o di durata. Probabilmente tra le due opzioni, verrà scelta la seconda, visto che la Bce fa già molta difficoltà a coprire gli acquisti mensili di asset. E’ molto difficile che la decisione venga presa nel meeting del 22 ottobre. Più probabile la data di dicembre, visto che i membri avranno a disposizione più tempo per valutare il deterioramento dei prezzi.

Sul fronte valutario, l’euro oggi è stato penalizzato proprio dai dati sull’inflazione. L’attesa per nuove manovre espansive della Bce ha fatto scattare le vendite sulla moneta unica. Il cambio Eur/Usd è tornato a mettere pressione ai minimi di ieri, in area 1,1150. L’incertezza sulle prossime manovre Fed e Bce potrebbe continuare a mantenere il cross agganciato intorno all’area di 1,12 sino a dicembre, con possibilità di spike verso 1,10 e 1,14.

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