Predilezione per le azioni dell’Eurozona e della Svizzera

A cura di Credit Suisse Private Banking & Wealth Management
Gli indicatori economici anticipatori per l’Eurozona segnalano ancora una ripresa economica. Gli indici dei direttori d’acquisto (PMI) sono nettamente in territorio espansivo e la crescita del credito, in particolare per i consumi privati, è iniziata. Tuttavia l’inflazione resta molto bassa e, a nostro giudizio, potrebbe portare a un sostegno ancora maggiore sul piano della politica monetaria da parte della Banca centrale europea (BCE), in particolare laddove la temporanea solidità dell’euro dovesse intensificarsi.
Strategia d’investimento europea Per via di un quadro ancora caratterizzato da rendimenti poco elevati, manteniamo la nostra preferenza globale per le azioni (giudizio neutrale) rispetto alle obbligazioni (underperform). Il nostro giudizio neutrale sulle azioni risulta dal fatto di soppesare i fondamentali positivi con una valutazione del rischio ancora elevata. Pertanto, pur non aumentando attualmente la nostra quota azionaria, preferiamo avere chiare preferenze regionali. Manteniamo il nostro giudizio di outperform sull’Eurozona e la Svizzera e abbiamo modificato anche la nostra view sui mercati emergenti da underperform a neutrale. A nostro giudizio, la bassa valutazione, già visibile, può ora iniziare a rivelarsi. Infatti i dati tecnici non segnalano più un andamento negativo. Tuttavia, alla luce di alcune preoccupazioni ancora presenti in merito alla crescita nell’area, cominceremmo per il momento solo a effettuare dei riacquisti verso, o poco al di sotto, della nostra quota strategica, senza spingerci oltre.
Predilezione per le azioni svizzere ed europee Per quanto riguarda le regioni da noi messe in primo piano, continuiamo a raccomandare le azioni elvetiche per gli investitori europei. La natura relativamente difensiva del mercato svizzero (per via della sua composizione settoriale) ha evidenziato risultati molto positivi nell’attuale quadro di mercato molto volatile. Rileviamo altresì che, nonostante questa natura difensiva, il mercato può ancora trarre vantaggio dalla ripresa europea per via dell’apertura sul piano economico (ossia dell’orientamento alle esportazioni) del paese. Le valutazioni del mercato svizzero non sono care, il che si riflette in un rating neutrale di questo fattore di input nell’ambito del nostro processo d’investimento strutturato rispetto a un’indicazione chiaramente positiva per i fattori ciclici, compresi il ciclo economico e la dinamica degli utili.
Anche il quadro tecnico per il mercato svizzero è peggiorato un po’ nelle ultime settimane, sospinto dai mercati azionari globali, ma ciò non determina ancora un giudizio negativo. La somma dei nostri fattori di input sostiene chiaramente la nostra predilezione per il mercato elvetico. Inoltre continuiamo a focalizzarci sulle azioni europee, che mostrano un quadro molto simile per tutti i parametri (valutazioni, fattori ciclici, dati tecnici e sentiment). I mercati azionari dell’Eurozona hanno di recente risentito delle preoccupazioni correlate alla Cina, della maggiore solidità temporanea dell’euro e di alcuni rischi specifici ai paesi – a livello settoriale (auto) o a livello regionale (elezioni catalane). Contrariamente al mercato, continuiamo a ritenere che la crescita cinese si stabilizzerà e che la BCE potenzialmente si impegnerà ancora di più nel quantitative easing se dovesse persistere la solidità dell’euro.
Una volta che queste incertezze verranno meno, la visibile solidità della ripresa europea (che si dovrebbe altresì tradurre in utili più solidi) diverrà più rilevante per il pricing di mercato. Per quanto riguarda la nostra allocazione azionaria all’interno dell’Eurozona, manteniamo la nostra preferenza per il mercato tedesco per le ragioni succitate. Ora la valutazione è molto vicina a livelli economici, i fattori ciclici forniscono un sostegno e i dati tecnici non lasciano prospettare un mercato al ribasso. Ciò viene controbilanciato dal fatto che la Francia, a nostro giudizio, evidenzierà un’underperformance sulla base del suo modello ciclico più lento. Rispetto al resto dell’universo europeo, il mercato italiano appare caro e potrebbe pertanto essere oggetto di un giudizio più negativo. La Spagna sta facendo i conti con dei rischi politici nel breve termine, pertanto non assumiamo una propensione più positiva su questo mercato nonostante il suo quadro economico convincente.
Sfide sul fronte obbligazionario Sul fronte del reddito fisso, nel quadro caratterizzato da rendimenti poco elevati permangono delle sfide che ci inducono a mantenere il nostro giudizio negativo per la classe di asset. Considerata la correzione pre-Fed in alcune sotto-classi di attivi nel reddito fisso, sono emerse alcune interessanti opportunità d’investimento (ad esempio nei titoli high yield). In questo caso raccomandiamo di investire tramite strumenti collettivi al fine di assicurare una diversificazione adeguata. Inoltre, continuiamo a raccomandare gli investimenti in portafogli gestiti dei nostri specialisti di portafoglio o, per esempio, l’impiego di soluzioni flessibili per il reddito fisso.
Oltre ai fondi obbligazionari absolute return, ciò comprende l’impiego di investimenti alternativi e, in particolare, di hedge fund. Per quanto riguarda i giudizi obbligazionari intra-Eurozona, continuiamo ad avere un giudizio di underperform sulla Germania e uno di outperform sull’Italia. Considerata la correzione indotta dai rischi politici in Spagna (elezioni catalane), la valutazione delle obbligazioni spagnole è migliorata e le consideriamo un possibile candidato per un giudizio più positivo, se e quando verrà meno questo rischio sul piano della politica.

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