L’outlook macro di Lazard

A cura di Lazard Freres Gestion
In un contesto di mercato caratterizzato dal calo del prezzo del petrolio e delle altre materie prime, dovremmo assistere a una progressiva riaccelerazione della crescita mondiale dopo un primo semestre incerto. Il miglioramento riguarderà principalmente i paesi sviluppati e i paesi emergenti consumatori di materie prime. I tassi d’interesse dovrebbero progressivamente risalire, influenzati dal rialzo dei tassi da parte della Fed, ma ciò non rappresenta una minaccia per i mercati azionari. Il contesto economico favorevole nella zona euro dovrebbe continuare a sostenere la performance azionaria dell’area.
Mondo: la crescita mondiale dovrebbe progressivamente accelerare. Nonostante le normali inquietudini, da tre anni la crescita mondiale si attesta infatti piuttosto stabilmente intorno al 3,5%, ovvero ai livelli medi registrati dal 1980. Dietro a questa stabilità, tuttavia, si celano andamenti contrastanti tra le diverse aree, con una crescita in accelerazione nei paesi sviluppati e in rallentamento nei paesi emergenti. Se il calo del prezzo del greggio è un’ottima notizia per l’economia mondiale, l’impatto sull’attività è stato meno importante di quanto non lasciassero supporre le simulazioni delle istituzioni internazionali. Tuttavia, l’instaurarsi di un contesto caratterizzato da un prezzo del petrolio stabilmente basso, a fronte di un’offerta molto abbondante e di una crescita meno energivora, dovrebbe finire per portare i suoi frutti.
Stati Uniti: una crescita dinamica. La crescita statunitense ha attraversato un vuoto d’aria all’inizio dell’anno, prima di un deciso rimbalzo nel secondo trimestre. Gli indici di fiducia delle imprese sono coerenti con un ritmo di crescita che resterà dinamico anche nei prossimi trimestri, benché frenato, nel breve periodo, dall’elevato livello delle scorte. Il rimbalzo nel settore edile sarà un fattore di sostegno per l’attività, mentre gli investimenti dovrebbero riprendere dopo la correzione legata alla diminuzione del prezzo del petrolio. Il maggior potere d’acquisto che ne deriva e l’orientamento sempre positivo del mercato del lavoro dovrebbero favorire l’ulteriore accelerazione dei consumi.
Area euro: la ripresa proseguirà. Prosegue la ripresa nell’area euro, dove gli indici di fiducia delle imprese sono coerenti con un ritmo di crescita un poco più sostenuto, intorno al 2%. Tale ritmo dovrebbe favorire un ulteriore calo del tasso di disoccupazione, che a sua volta continuerà a sostenere i consumi delle famiglie. Grazie al miglioramento delle condizioni di credito, gli investimenti dovrebbero progressivamente ripartire. L’avanzo commerciale ha raggiunto livelli record, nonostante la debolezza di molti paesi emergenti. Il rischio politico legato alla Grecia è diminuito, ma occorrerà monitorare le elezioni legislative spagnole di dicembre.
Giappone: il rallentamento delle attività dovrebbe essere temporaneo. Dopo un primo trimestre a vele spiegate, l’economia nipponica cede il passo. Il livello dei consumi delle famiglie è mediocre, in quanto i salari non crescono nonostante il mercato del lavoro sia in continua espansione. La politica del governo di Shinzo Abe si è riflessa soprattutto sugli utili delle imprese giapponesi, che hanno continuato a progredire a un ritmo molto sostenuto. Gli indici di fiducia delle imprese mostrano tuttavia una buona tenuta, indicando che probabilmente questa debolezza della crescita è solo passeggera.
Cina: un rallentamento strutturale che resta sotto controllo. Nel secondo trimestre si è registrato un rimbalzo della crescita cinese, ma gli indicatori congiunturali pubblicati dopo di allora sono stati complessivamente deludenti, in particolare nel settore industriale. Al di là degli aspetti congiunturali, la Cina ha raggiunto un livello di sviluppo a partire dal quale la crescita evidenzia un rallentamento tendenziale. L’atterraggio dovrebbe tuttavia essere morbido. Il riequilibrio della crescita verso il settore terziario è ben avviato e le autorità dispongono di margini di manovra sufficienti per sostenere la crescita. Il deprezzamento dello yuan sembra più rispondere a un obiettivo di internazionalizzazione della moneta che una reazione al rallentamento economico, non essendo sufficiente per avere un impatto significativo sulle esportazioni.
Paesi emergenti: situazione difficile per diversi paesi esportatori di materie prime. Nei paesi emergenti dovrebbe proseguire una crescita a più velocità: da un lato, i paesi importatori di materie prime che beneficiano del calo dei prezzi, come l’India, e, dall’altro, i paesi esportatori che invece ne risentono, come la Russia e il Brasile, che sono in recessione. Il nuovo deprezzamento del petrolio ritarderà probabilmente la ripresa in Russia, mentre la congiuntura brasiliana sarà penalizzata dal peggioramento del clima degli affari, dall’inasprimento della politica economica e da un ambiente politico decisamente degradato. Il futuro rialzo dei tassi da parte della Fed rischia di ripercuotersi sui flussi di capitali. Sebbene le vulnerabilità esterne siano diminuite rispetto al passato, restano importanti in alcuni paesi come la Turchia, dove il rischio politico è aumentato.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!