Incertezza ancora predominante

A cura di Corrado Caironi, strategist Ricerca & Finanza
Flussi positivi sui Risky Asset. Per i risky asset, Equities e Bonds, è stato interessante notare un’inversione di tendenza dei flussi che, dopo dieci settimane in territorio negativo, hanno visto gli investitori tornare a guardare con favore a valutazioni pesantemente colpite nel periodo estivo. Le maggiori borse azionarie si sganciano dai minimi dell’anno aiutate dalle indicazioni dei primi report trimestrali sugli utili per la maggior parte in linea se non superiori alle attese. I gestori di portafoglio, sebbene tendano a sottolineare il loro atteggiamento cauto, si sono accodati alle ricoperture per non farsi sorprendere con troppa liquidità in pancia proprio nella fase finale dell’anno.
Balzo della fiducia in USA. L’indice del Consumer Sentiment, misurato dal Survey Center dell’Università del Michigan, ha visto il miglior rialzo di periodo degli ultimi sei anni passando nel mese dal livello di 87,2 a 92,1; il sondaggio, rivolto a 500 famiglie americane, riguardante la loro situazione finanziaria ed economica, torna a far guardare in positivo l’economia statunitense che rimane comunque sotto scacco della FED per l’avvio di politiche monetarie restrittive. A mettere dubbi sul rialzo dei tassi sono giunti i dati sui prezzi al consumo CPI che trovano l’inflazione ancora in calo -0,2% sul dato Complessivo e +0,2% su quello Core (senza alimentari ed energia).
Principali dati attesi in settimana. In Europa: meeting della BCE, Retail Sales in UK e Italia, disoccupazione in Spagna. Area Euro: PMI e indici di fiducia. Negli Usa: Housing Starts; in Giappone: dati del commercio estero. Negli Emerging Markets: meeting delle banche centrali di Hong Kong, Ungheria, Turchia e Brasile; report del GDP in Corea del Sud.
Investment Outlook 4^ Trim 2015
Trimestre da dimenticare in riferimento alle performance degli indici azionari e dei risky assets in generale; la volatilità estiva è stata generata sia dalle indiscrezioni sulle difficoltà di crescita della Cina, che hanno trascinato al ribasso in particolare commodities ed emerging markets, sia dall’avvicinarsi delle decisioni della FED per l’avvio del rialzo dei tassi sui Fed Funds.
Politica monetaria: … rimane al centro del dibattito degli economisti che hanno tracciato uno scenario di leggero rallentamento dell’economia globale e la necessità di mantenere una politica monetaria accomodanteper un periodo ancora esteso, in modo da riattivare un processo di ripresa dei prezzi verso i target di inflazione identificati. La FED rimane incerta sugli interventi più volte annunciati.
Prospettive macroeconomiche: … l’attuale situazione economica previsionale ripete uno schema ormai visto da alcuni anni in cui le stime di inizio anno vengono riviste al ribasso trimestre dopo trimestre, mentre quelle dell’anno successivo restano ottimistiche. I principali indicatori di sviluppo, sebbene sotto trend, rimangono comunque positivi mentre persistono segnali troppo deboli dagli indicatori di fiducia.
La posizione strategica di portafoglio: … dopo le prese di beneficio di fine primavera e la prudenza estiva, ritornano a guardare con attenzione allastabilizzazione dei mercati finanziari con un reingresso in aree e settori selezionati.
Aspetti da considerare nel breve termine: a) l’aumento della volatilità su tutte le classi di attivo, b) i dati della Earnings Season di fine trimestre, c) ladecisione della FED e gli impatti di breve termine, e d) l’attesa stabilizzazione delle commodities.
L’Asia rimane in Focus. La volatilità accentuata nel periodo estivo ha trovato ragione in alcuni fattori che da tempo erano comunque nei pensieri degli operatori e che si sono rivelati, come spesso accade, una vera e propria preoccupazione in una visione prospettica marcata dall’incertezza. E’ stato proprio il leggero indebolimento dello yuan cinese a far riflettere sulle difficoltà in cui i paesi asiatici potevano essere coinvolti dopo un lungo periodo di calo della domanda da parte delle economie sviluppate, misurata dalla flessione delle esportazioni.
Il confronto con la crisi 1997 – 98. Da un punto di vista puramente statistico non si è potuto che ritornare alla crisi dei paesi asiatici del 1997-98 per poter verificare se le condizioni odierne fossero le medesime. Dai recenti dati in realtà la situazione è molto diversa e sicuramente migliore dopo quasi vent’anni. In primo luogo il Current Account Balance, come percentuale del GDP, è nettamente migliorato. Seppure la spinta dello sviluppo economico degli ultimi anni abbia visto un aumento dell’indebitamento sia privato che pubblico, quest’ultimo ha trovato modo di utilizzare la valuta locale e seguire un processo più sostenibile nel medio termine. In tutti i principali paesi dell’area il debito verso l’estero si è quindi ridotto, con un forte calo per Tailandia e Taiwan che erano rimaste a suo tempo i due paesi più coinvolti dalla crisi.
Le riserve valutarie. Guardando in prospettiva gli analisti sottolineano che un altro fattore positivo, a differenza di tempo, è quello delle riserve in valuta. Tutti i paesi dell’area hanno avuto modo di sfruttare a pieno la forte domanda estera degli anni duemila che ha portato un accumulo sostenuto delle riserve: paesi quali Cina, Taiwan e Filippine hanno dimostrato una forte attenzione alla loro gestione e detengono importanti stock a sostegno della politica fiscale e monetaria dopo la fase di crisi finanziaria del mondo sviluppato.
L’incertezza è ancora predominante. Dal punto di vista degli investimenti, gli operatori hanno per anni visto nell’area asiatica un porto sicuro, in quanto unica capace di mantenere un alto passo di espansione approfittando del forte calo dei tassi di interesse e della liquidità derivante dalle operazioni di Quantitative Easing delle maggiori banche centrali. Lo scenario ha avuto un cambiamento dopo le indicazioni di ‘tapering’ del QE statunitense e dalle attese di rialzo dei tassi della FED; in questa nuova logica si è preferito iniziare un processo di prese di beneficio atto a riportare l’attenzione verso i mercati sviluppati innescando processi di deflusso che hanno contagiato tutte le aree emergenti. Ora è evidente che solo la prospettiva di solida crescita dei paesi asiatici può proiettare un equilibrio sia di flussi che di valutazione degli asset. In questa logica gli analisti rimangono ancora prudenti nonostante le valutazioni risultino interessanti.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!