Prospettive dei mercati finanziari: l’asset allocation per il 4° trimestre

A cura di Corrado Caironi, strategist Ricerca & Finanza

Prospettive macroeconomiche In attesa delle stime del Pil del terzo trimestre negli Usa le previsioni sono state ridimensionate dopo l’ottimo +3,9% del secondo quarto; gli indicatori recenti offrono comunque dati relativamente positivi come ad esempio l’ulteriore discesa del tasso di disoccupazione al 5,1%, nonostante la riduzione del numero di nuovi occupati a settembre sia sembrato nettamente al di sotto del trend. Il dato meno soddisfacente è l’andamento dell’indice ISM, Purchasing Managers Index (PMI), che si è attestato a 50,2, da 52,8, avvicinandosi a 50 punti, la soglia minima di espansione. Nella recente occasione anche il Fondo Monetario Internazionale ha comunicato un rallentamento generalizzato del ciclo economico, per altro già segnalato dagli economisti dopo la volatilità che aveva preso di mira i mercati finanziari nel mese di agosto. L’attuale aggiornamento per il 2015 vede il Pil globale a +3,1%, rispetto al 3,7% previsto ad inizio anno, mentre per il 2016 la previsione si posiziona al 3,6%. Dettaglio per l’intero anno: USA +2,5% dal 2,3% precedente, Giappone +0,8% da +1,1%, Area Euro +1,6% da 1,1%, Paesi Emergenti +4% (la precedente attesa era a +4,1%). Le stime di inflazione globale scendono di due tick al 3,4%, con DM (Paesi Sviluppati) a +0,3% ed EM (Emergenti) a +4,4%.

Nel complesso, il quadro vede un trend economico positivo, anche se l’espansione rimane moderata e sotto trend. Negli Stati Uniti la tenuta del mercato del lavoro mantiene buone prospettive per i consumi; dall’area Euro arrivano segnali di ottimismo dalla BCE per una conclusione del 2015 in ripresa: Germania +1,6%, Francia +1,2%, l’Italia +0,8%, Spagna + 3,2% e UK + 2,6%.

Si è accentuata la riflessione sulle prospettiva nell’area asiatica ed in Cina; i segnali rimangono confusi nonostante gli interventi che la banca centrale cinese ha voluto mettere in campo. La leggera svalutazione dello yuan nei confronti del dollaro sembra ormai digerita. Le indicazioni del governo non tolgono e aggiungono niente al programma economico in sintonia con le riforme di espansione di consumi e servizi. Le prospettive cinesi rimangono comunque legate alla possibilità di un ulteriore sostegno della banca centrale PBoC; escluse le prospettive di un ‘hard landing’, le previsioni per il 2015 rimangono orientate ad una crescita del GDP cinese indicate tra il 6,8 e il 7%.

Attese sui mercati finanziari: Strategic and Tactical Allocation La posizione strategica di portafoglio rimane ancora vincolata ai quattro temi centrali ovvero quello di una crescita economica globale che prosegue in moderata ripresa, il nuovo scenario di politica monetaria con l’attesa per le decisioni della FED, la ripresa economica nell’area Euro a seguito del Quantitative Easing ed infine l’espansione di business e profitti delle aziende.
Le considerazioni a breve termine riguardano: a) l’aumento della volatilità su tutte le classi di attivo, b) i dati della Earnings Season di fine trimestre, c) la decisione della FED e gli impatti di breve termine, e d) l’attesa stabilizzazione delle commodities.

A livello tattico, ma con riflessi strategici, lo scenario sembra condizionato dall’aumento della volatilità che tende a spostare la preferenza sulle classi di attivo più difensive per adeguare i livelli di rischio dei portafogli bilanciati e multiasset. Questo atteggiamento potrebbe generare scompensi temporanei delle performance ed essere interessati da interventi con timing poco efficienti.
Riguardo al ciclo dei profitti societari le stime in Usa sono state ulteriormente ridimensionate, a causa dell’incertezza di politica monetaria, mentre sembrano quasi totalmente riassorbite le problematiche derivanti dai movimenti di dollaro e petrolio. Secondo le recenti analisi gli utili statunitensi potrebbero quindi sorprendere in positivo come per altro nei precedenti trimestri a causa degli eccessivi downgrade. Restano sufficientemente soddisfacenti le stime di profitto per area Euro e Giappone che comunque hanno subìto una serie di riduzioni. Anche riguardo all’espansione dei fatturati i risultati attesi rimangono in linea con dati macro di moderata crescita economica.

Il tema dell’intervento della Fed per il rialzo dei tassi di interesse resta nuovamente un punto di attenzione degli analisti finanziari. Dopo il mancato aumento di settembre i recenti sondaggi suggeriscono un approccio comunque più diluito della FED, con un primo segnale di rialzo prima di fine anno, in un clima che persiste in bassi tassi di inflazione.
Dopo una fase di deflusso conseguente a prese di beneficio e uscita dagli asset più rischiosi, per effetto dell’aumento della volatilità estiva, le aspettative sono per un consolidamento. Gli Emerging Markets, dove le politiche monetarie espansive hanno indotto le valute locali a svalutazioni competitive, sono stati particolarmente colpiti dai deflussi che recentemente rimangono ancora elevati sulla parte obbligazionaria, mentre tendono ad un maggiore equilibrio per l’azionario.

Ad aiutare il processo di consolidamento dei mercati emergenti potrebbe giocare una stabilizzazione dei prezzi delle materie prime; questi ultimi hanno visto un forte ridimensionamento nei mesi estivi, a seguito delle preoccupazioni sull’espansione della Cina.

Dopo le indicazioni del presidente Draghi della disponibilità della Banca Centrale Europea di ampliare il QE (Quantitative Easing), i rendimenti per più della metà delle emissioni governative sono tornati negativi o vicini a zero. Gli acquisti del QE della BCE continuano ad offrire supporto, in particolare ai titoli dell’Europeriferia. Non si deve comunque dimenticare che l’effettivo inizio della politica restrittiva della FED influenzerà seppur in modo limitato la normalizzazione dei rendimenti.

Il basso tasso di default a livello internazionale mantiene in portafoglio fondi obbligazionari Investment Grade e High Yield Bonds globali, attraverso gestori che hanno dimostrato buona abilità di picking e un approccio valutario solo opportunistico. Dal punto di vista strategico permangono alcune perplessità sulle obbligazioni Emerging Market Debts, messe sotto stress dai recenti disinvestimenti.

La posizione tattica del portafoglio di investimento rimane condizionata dal possibile rialzo dei tassi della banca centrale statunitense entro fine anno. Dal punto di vista tattico possiamo riassumere queste indicazioni:

a) portafoglio obbligazionario: confermato il sottopeso, la duration bassa e la diversificazione con Corporate Bonds; i rendimenti governativi rimangono strutturalmente contenuti in attesa di riequilibrio. Lo stazionamento del dollaro Usa e la svalutazione di alcune divise emergenti impongono un monitoraggio sui debiti emergenti alla luce dell’annuncio di rialzo dei tassi da parte della FED. Dopo il rally dei governativi dell’europeriferia è ragionevole pensare ad una presa di beneficio spostando l’attenzione su Corporate Bonds dell’area Euro.

b) parte azionaria nuovamente orientata verso una posizione neutrale: dopo le prese di profitto nel secondo trimestre atte a capitalizzare le ottime performance dei primi cinque mesi dell’anno e il sottopeso estivo, è ragionevole pensare ad un graduale rientro. I pesi relativi nelle maggiori aree previlegiano ancora Asia, Area Euro e Giappone. L’assestamento della profittabilità negli Usa mantiene i listini statunitensi in leggero sottopeso. Dopo la volatilità estiva, gli indici dell’area Euro tornano ad avere valutazioni interessanti; per una maggiore selezione saranno chiave le guidance sui profitti. Per quanto riguarda i listini asiatici privilegiamo la borsa di Hong Kong dopo i ritracciamenti dai massimi.

La revisione degli utili rimarrà comunque il punto di attenzione degli operatori insieme ai dati macro delle singole aree. A livello settoriale il mercato ha già incorporato la ripresa economica nei settori Consumers, soprattutto negli Usa e in Asia, l’attenzione vedrebbe ora un lento rientro programmato nel settore difensivo Healthcare a livello globale. Rimane aperta l’attenzione ai Financials dell’area Euro sulle attese di una ripresa economica più solida e del supporto della BCE. Come atteso il settore Energy ha dimostrato una buona reazione, nonostante l’instabilità dei prezzi petroliferi; sembra invece interessante un ripresa di attenzione nel settore dei Materials.

c) Liquidità: in graduale calo per l’adeguamento del portafoglio e il reingresso di Bond ed Equity; rimane al momento ancora leggermente sovrappesata; si ribadisce che le indicazioni normalmente rilasciate per il nuovo anno potranno fornire maggiore visibilità sia sulle politiche monetarie che sui profitti aziendali; questo offrirà un maggior grado di valutazione per interventi di investimento atti a riposizionare i pesi delle macro asset class in portafoglio.

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