Azionario europeo, le opportunità nel settore finanziario

di Steve Cordell, gestore del fondo Schroder ISF European Equity Absolute Return

In un contesto caratterizzato da elevata volatilità come quello attuale, i mercati azionari europei non fanno eccezione. Per gli investitori a caccia di performance stabili, a prescindere dall’andamento generale del mercato, una valida soluzione può essere rappresentata dai fondi “liquid alternative”, strumenti che, rimanendo in ambito UCITS, ricorrono a tecniche di gestione più sofisticate e sono caratterizzati da una bassa correlazione con gli indici azionari.

Unire all’approccio long/short all’azionario europeo l’analisi del business cycle permette di individuare i titoli su cui puntare, evitando di fare riferimento a specifici stili di gestione: ciò comporterebbe infatti il rischio di attraversare periodi prolungati di sotto-performance, quando lo stile di riferimento dovesse risultare non adatto al momento di mercato.

In tal senso, analizzando il business cycle, si può valutare a che punto ci si trova del ciclo di mercato, in modo da modulare il livello di rischio da assumere in portafoglio. Quest’ultimo cambia progressivamente man mano che si attraversano le diverse fasi, rappresentate da ripresa, espansione, rallentamento e recessione. Ad esempio, nella fase di ripresa ricerchiamo un livello di rischio più alto rispetto alla fase di recessione.

La domanda da porsi è quindi: a che punto del ciclo economico ci troviamo al momento? Nella fase attuale, a fronte della debolezza della Cina e delle pressioni deflazionistiche legate al petrolio e alle commodity in generale, abbiamo fatto dei passi indietro dal punto di vista della crescita economica mondiale e delle attese di inflazione. Il ciclo globale è quindi nella fase di rallentamento. In Europa, però, i recenti sondaggi PMI continuano a indicare un lieve miglioramento nel settore dei servizi. Più contrastanti i trend del comparto manifatturiero, per sua natura più globalizzato. Nel Regno Unito la crescita si conferma robusta, ma forse è stato raggiunto il picco dopo lo slancio connesso alle elezioni generali. Nel complesso, stando ai dati recenti, la nascente ripresa economica continua ma è ancora fragile; la domanda interna europea per ora tiene bene, nonostante il rallentamento globale.

 In Europa, continuiamo a guardare con favore al settore dei titoli finanziari, che a nostro parere offre una buona combinazione fra valutazioni allettanti e un potenziale aumento degli utili. Nei prossimi anni prevediamo inoltre un significativo incremento dei dividendi delle banche. In termini generali, le società finanziarie hanno un’esposizione neutrale al rialzo dei tassi e in alcuni casi, come in quello delle assicurazioni, l’effetto sarà positivo. Se l’investimento nei titoli bancari inizierà a essere inflazionato da parte del consensus di mercato, le società immobiliari rappresentano a nostro avviso un buon modo per cavalcare la ripresa dell’economia europea.

 

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