Eurozona a rischio recessione in scia alla Germania. Dax in bear market

Nella zona Euro si torna a parlare di recessione, questa volta indicando la Germania come una delle economie papabili per registrare una contrazione del PIL, che avrebbe effetti negativi per tutta l’area della moneta unica.

Il mercato sta iniziando a scontare questa eventualità, sull’onda dello scandalo emissioni Volkswagen e gli effetti a cascata su tutte le altre compagnie connesse: i consumi di elettricità sono infatti scesi spingendo al ribasso i distributori Rwe ed Eon, mentre il produttore d’acciaio ThyssenKrupp soffre sia dal calo della domanda che della competizione cinese.

In questo contesto anche il settore finanziario segue l’andamento negativo e, oltre a Commerzbank che soffre delle vendite per ripagare aiuti di stato, anche la “solida” Deutsche Bank ha avviato licenziamenti ed evidenziato risultati deludenti per i ricavi dello scorso trimestre.

Così, l’ottimismo che aveva portato l’indice Dax di Francoforte ad inizio anno sui massimi grazie al lancio del QE di Draghi, sembra essere svanito e l’azionario locale ha perso il 23% circa dal picco, entrando di fatto in una fase ribassista (bear market).

Tutto, o quasi, potrebbe comunque cambiare (in meglio o in peggio) in funzione del meeting della Federal Reserve che inizierà oggi e si concluderà nella serata di domani, con un comunicato stampa che dovrebbe chiarire le intenzioni della presidente Yellen in merito alle tempistiche del rialzo dei tassi.

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