Buon Halloween: cinque grafici da paura di cui Freddy Krueger sarebbe orgoglioso

A cura di Anthony Doyle, M&G Investments
M&G e bondvigilantes.com sono orgogliosi di presentare i grafici più spaventosi sull’economia globale. Alcuni vi faranno ridere, altri vi faranno piangere. Sarete sorpresi e ammaliati, sconcertati e divertiti. Ovviamente, quello che segue non è per i deboli di cuore. Siete avvisati!

  1. Le società sono spaventate dal rischio

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C’è stato un ingorgo di emissioni societarie dalla crisi finanziaria, quando le aziende hanno emesso titoli di debito a tassi d’interesse bassi. Che ne hanno fatto di tutta quella liquidità ricevuta in prestito dai mercati dei capitali? In un gran numero di casi, le società statunitensi hanno avviato operazioni di riacquisto di azioni e di fusione o acquisizione, contribuendo a spingere verso l’alto il mercato azionario. Solo una piccola parte dei proventi ricavati dal collocamento di debito sui mercati obbligazionari è stata impiegata nella spesa per investimenti. Ciò suggerisce che le imprese sono tuttora restie ad assumere rischi, anche in un ambiente in cui, secondo la percezione di molti, l’economia statunitense è pronta a sostenere tassi d’interesse più alti.

  1. Per gli investitori, nessun luogo in cui nascondersi

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Una volta gli investitori potevano aspettarsi che la componente obbligazionaria del portafoglio andasse bene nelle fasi di correzione delle azioni e viceversa. Adesso non più. L’analisi condotta dal Fondo monetario internazionale (FMI) mostra che le asset class si stanno muovendo sempre più nella stessa direzione, e questo vuol dire che la regola d’oro dell’investimento – la diversificazione – non vale più come un tempo. Ciò che preoccupa è la tendenza mai così marcata dei prezzi degli asset globali a muoversi in sincronia, unita al fatto che le correlazioni sono rimaste elevate anche durante i periodi di bassa volatilità. Un grosso spavento sui mercati potrebbe mettere a dura prova la fragilità del sistema finanziario, se i valori degli asset dovessero subire un deterioramento generalizzato.

  1. Previsioni terribili

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I prezzi delle commodity sono altamente volatili e imprevedibili, come ha dimostrato l’andamento del mercato dei future sul petrolio greggio. E questo crea non poche difficoltà a chi è chiamato a definire le politiche nei Paesi ricchi di risorse. Nella maggioranza delle nazioni esportatrici di commodity, un’ampia quota delle entrate statali deriva proprio dal settore delle risorse. Lo shock attuale sui prezzi dei prodotti primari potrebbe mettere sotto pressione i bilanci pubblici, in particolare in zone calde sotto il profilo geopolitico come Medio Oriente, Russia, Nigeria e Venezuela. Chi prevede (o spera) che i prezzi delle commodity risalgano rischia di essere deluso.

  1. Esposizione mostruosa ai derivati

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Il valore nominale dei derivati nel sistema finanziario globale è di circa 630.000 miliardi di dollari. Per dare un’idea delle proporzioni, il PIL globale ha un valore di 77.300 miliardi di dollari. Per quanto 630 mila miliardi di dollari siano una cifra enorme, i pericoli che si nascondono nel mercato mondiale dei derivati non sono così gravi. L’importo nominale non riflette gli asset a rischio in un’operazione su contratti derivati. Secondo la BRI, il valore lordo del mercato mondiale dei derivati OTC è pari a 20.900 miliardi di dollari (quasi un terzo del PIL globale).

  1. Non si sta facendo abbastanza per prevenire il riscaldamento globale

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E, per finire, il grafico più spaventoso di tutti. Le emissioni globali di gas serra continuano ad aumentare, creando ulteriori pressioni sull’ambiente. L’OCSE stima che tali emissioni nocive aumenteranno di oltre il 50% entro il 2050, a causa di un incremento del 70% dell’anidride carbonica rilasciata con il consumo di energia. La domanda di energia è prevista in aumento dell’80% da qui al 2050. Se questa previsione dovesse rivelarsi accurata, le temperature globali dovrebbero vedere un incremento compreso fra 3 e 6 gradi Celsius. Secondo le aspettative, ciò provocherà l’alterazione dei modelli di precipitazioni, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare e un’intensificazione mai vista degli eventi meteorologici estremi. Potrebbe quindi causare stravolgimenti naturali con esiti potenzialmente catastrofici o irreversibili per l’ambiente e la società.
Dal punto di vista economico, il problema principale insito in qualsiasi tentativo di ridurre le emissioni di anidride carbonica è che il mondo sviluppato deve trovare un modo di fornire alle nazioni in via di sviluppo sussidi finanziari per adottare tecnologie energetiche rinnovabili (più care). Questo potrebbe costare centinaia di miliardi di dollari. Secondo i Paesi in via di sviluppo, spetta al mondo sviluppato accollarsi il peso economico dei tagli alle emissioni, in quanto nelle nazioni più ricche il livello pro capite di emissioni dannose è più elevato.
Per fortuna sono già state adottate iniziative volte a limitare l’incremento delle emissioni di gas serra. Ottantuno società globali hanno sottoscritto un impegno promosso dalla Casa Bianca per intraprendere un’azione più aggressiva sul fronte dei cambiamenti climatici. Tra novembre e dicembre di quest’anno, la Francia ospiterà il COP21/CMP11“, una conferenza delle Nazioni Unite organizzata allo scopo di raggiungere un nuovo accordo internazionale sul clima per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 2 gradi Celsius. E per gli innovatori, c’è un premio “Carbon-X” da 20 milioni dollari in palio per chi saprà sviluppare tecnologie per trasformare l’anidride carbonica generata dalle centrali elettriche e dagli stabilimenti industriali in prodotti di valore, come materiali per l’edilizia, carburanti alternativi e altri beni di uso quotidiano.

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