Brasile: nessuna soluzione rapida per la crisi

A cura di Coface
Il Brasile, declassato da Coface in settembre (rischio significativo di fallimento d’impresa), sta affrontando un contesto economico complesso. L’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale allo scopo di controllare l’inflazione, ha compromesso il PIL. Il rallentamento dell’attività sta riducendo le entrate fiscali e minaccia l’aggiustamento del bilancio. Inoltre, il governo necessita dell’appoggio del Congresso per raggiungere gli obiettivi primari di surplus, ma il supporto è insufficiente. Le incertezze politiche pesano sulle performance economiche del paese.
Dal boom al crollo Come già noto, il 2015 è stato un anno di aggiustamenti, in particolare per quanto riguarda l’inflazione e i conti pubblici. L’inflazione si è attestata al 6,4 % nel 2014, vicino alla soglia target del 6,5%. Tuttavia, la realtà si è rivelata peggiore delle aspettative, con una pressione sui prezzi più elevata e difficoltà causate da prezzi fissi artificialmente bassi. L’inflazione ha raggiunto il 9,49% nei 12 mesi precedenti a settembre 2015, sostenuta principalmente da un elevato 16,3% in costi fissi e da un forte deprezzamento dei tassi di cambio.
Nel secondo trimestre 2015, il PIL è indietreggiato al 2,6% su base annua. Dal punto di vista della domanda, l’attività ha risentito maggiormente della caduta libera degli investimenti (-7,9% per il primo trimestre 2015, su base annua) e del declino dei consumi, dovuto all’aumento dell’inflazione e alla disoccupazione (8,6% per il trimestre fino a luglio 2015, contro il 6,9% a luglio 2014).
La seconda parte del panorama evidenzia gli effetti della recessione su base settoriale. Tre industrie sono state fortemente colpite e declassate da rischio elevato a rischio molto elevato:
Auto – Tra gennaio e agosto 2015, la produzione è scesa del 20,1%, le vendite sono diminuite del 22,7% e le esportazioni del 10,8% (rispetto allo stesso periodo nel 2014).
Metallurgia – Nel 2015, la vulnerabilità dell’industria ai fondamentali esterni deboli è stata aggravata da un forte deterioramento dell’attività domestica.
Costruzioni – L’industria è crollata del 5,5% nella prima metà del 2015 (su base annua). La capacità produttiva ha registrato un timido 58% in agosto 2015, il livello più basso da quando sono iniziate le serie temporali nel 2012.
La previsione per l’economia non è positiva. I dati della contabilità pubblica sono rapidamente peggiorati. Quando il presidente in carica ha ottenuto il suo primo mandato nel gennaio 2011, il debito pubblico lordo si attestava al 52% del PIL. In Agosto 2015, lo stesso indicatore ha raggiunto il 65,3% del PIL. Negli anni, il governo brasiliano ha ridimensionato il suo impegno verso il surplus primario fissando obiettivi più bassi – e attraverso una contabilità creativa. Nel 2014 ha registrato un deficit primario pari a 0,6% del PIL, violando la legge sulla responsabilità fiscale emanata nel 2000. A inizio ottobre 2015, la Corte Federale dei Conti (TCU) ha proposto all’unanimità di rifiutare respingere i dati 2014 forniti dal governo. È la prima volta dal 1937 che la Corte ha dato al Congresso un parere favorevole al rigetto dei conti pubblici. L’aggiustamento fiscale è stato ostacolato da un’attività più debole, da un supporto insufficiente da parte del Congresso e dai ritardi da parte delle imprese nel pagamento delle tasse. Nei 12 mesi antecedenti agosto 2015, il deficit fiscale rappresentava lo 0,8% del PIL.

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