M&G: sovrappesiamo il rischio di credito e sottopesiamo quello di tasso

L’aumento dei tassi negli Usa ci sarà quasi sicuramente. A rafforzare le convinzioni macroeconomiche, anche quelle del team di M&G Investments, hanno provveduto gli ottimi dati Usa sul lavoro di venerdì 6 novembre. Ma se gli stati Uniti corrono, l’Europa non sta certo ferma. Anzi. Lo ha spiegato ieri Nicolò Carpaneda, investment director dell’asset manager britannico, nel corso dell’evento “Bond Vigilantes” a Milano. La crescita del nostro continente è stata dell’1,5%, superiore alla domanda mondiale: quindi, è il ragionamento di Carpaneda, l’Europa ha guadagnato quote di mercato. Intanto però l’andamento del Bund, con il forte rialzo del rendimento prima ad aprile e poi venerdì 6, dimostra una volta di più come il lungo ciclo di ribasso dei rendimenti sia ormai alla fine. Tanto che il fondo M&G Optimal Income ha una duration nulla sulle emissioni in euro, mentre è a quota 1,7 anni per quelle in sterline e a 0,7 anni in dollari.
Insomma, se aumentano i rendimenti allora aumenta la duration. Tanto che non occorre andare troppo in giro per trovare rendimenti: se gli high yield valgono il 30% del fondo, le emissioni investment grade occupano il 60% del portafoglio! Ma come potrebbe andare il fondo nei prossimi 12 mesi, alla luce della scarsa performance da inizio anno? Il fondo è sottopesato di rischio di tasso e sovrappesato di rischio di credito: l’unico caso in cui si potrebbero avere rendimenti negativi (ex ante) è quello di un aumento contemporaneo degli spread del credito e dei rendimenti dei titoli di stato. lo scenario migliore è invece quello di un calo dello spread di credito e di un calo (o nessuna variazione) degli yield dei governativi.
Del resto, se si vuole invece puntare sugli high yield, M&G offre due altri fondi, uno sugli high yield globali e l’altro su quelli a tasso variabile. Una classe, quella delle obbligazioni ad alto rendimento, che quest’anno ha subito i contraccolpi delle varie crisi e delle fluttuazioni di mercato, ma che in prospettiva rimane interessante: gli spread sono ampi, soprattutto negli Usa, mentre i tassi di default si mantengono contenuti.  Max Malandra

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