Titoli di Stato in euro onerosi, debito corporate emergente interessante

A cura di Pictet Am
Il nostro posizionamento in ambito fixed income subisce qualche variazione con la revisione al ribasso del giudizio sui titoli di Stato dell’eurozona e il sovrappeso del debito corporate emergente. La decisione in merito alle obbligazioni governative dipende dalle valutazioni eccessive. Nelle ultime settimane i principali mercati avanzati europei hanno visto un calo dei rendimenti delle emissioni sovrane in seguito alle dichiarazioni accomodanti della BCE. Dopo che l’inflazione dei prezzi al consumo su base annua ha assunto segno negativo in settembre e a fronte della rivalutazione dell’euro in atto da marzo, Draghi ha parlato di nuove misure di stimolo che potrebbero essere varate entro fine anno.
La reazione dei mercati non si è fatta attendere: i rendimenti dei titoli di Stato italiani a due anni sono entrati in territorio negativo per la prima volta nella storia (si veda grafico), una svolta degna di nota se si pensa che a fine 2011, all’apice della crisi del debito dell’eurozona, i tassi italiani a breve erano prossimi all’8%. Anche i rendimenti dei Bund sono crollati al minimo storico del -0,32%. In tale contesto, abbiamo deciso di prendere parziale profitto sulle posizioni in obbligazioni governative, riducendo l’esposizione ai bond europei a lunga scadenza, che dopo il recente rally ci sembrano particolarmente cari. Siamo inoltre convinti che lo spread fra il decennale USA e quello tedesco – mai così ampio dal 1989 – non sia sostenibile, data la convergenza di Stati Uniti ed Europa verso una crescita del 2%. Quanto ai mercati emergenti, le principali valute hanno subito un rimbalzo impressionante e in ottobre rupia indiana, lira turca, won coreano e rublo russo hanno offerto le performance più brillanti contro il dollaro.
Tuttavia, le economie in via di sviluppo sono ancora soggette a notevoli rischi e per il momento la crescita dei Paesi avanzati non si è tradotta in una forte domanda di esportazioni dai mercati emergenti. Ci sembra quindi troppo presto per tornare sul debito emergente in valuta locale: l’asset class è infatti strettamente correlata con le divise dei Paesi emergenti, che potrebbero perdere ancora terreno. Cominciano però a profilarsi delle opportunità in altri ambiti dei mercati obbligazionari emergenti. Abbiamo cominciato ad ampliare l’esposizione agli emittenti corporate, come alcune blue chip latinoamericane, che finora hanno accumulato un considerevole ritardo e dovrebbero quindi registrare un rimbalzo. Un altro elemento favorevole è la contrazione dell’offerta di debito corporate sui mercati emergenti. Si possono infine trovare buone occasioni anche nelle obbligazioni dei Paesi emergenti in USD, in quanto la capacità di servizio del debito dei governi non è in discussione, date le abbondanti riserve e il basso rapporto debito-PIL.

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