Economia Eurozona, ottimismo infondato?

di David Basola, Responsabile per l’Italia, Mirabaud AM

Mentre nell’Eurozona i risultati delle indagini di mercato sulle aziende continuano a segnalare un miglioramento dell’attività economica, i dati concreti sull’economia sono più controversi. Guardando alle indagini, a ottobre l’indice PMI composito si assestava al 53,9%, indicando una crescita del PIL del 2%.

Osserviamo come anche i dettagli sottostanti siano incoraggianti. Innanzitutto, non mostrano effetti collaterali negativi per l’Eurozona da parte delle attività economiche deboli dei Mercati Emergenti. Inoltre, le indagini indicano nel complesso una ripresa all’interno dell’area della moneta unica, con un miglioramento in Francia e con altri Paesi più indietro che si stanno allineando ai livelli medi dell’Eurozona.

Contrariamente a quest’ottimismo, i dati economici reali sono meno positivi. Mentre la domanda interna resta solida – a settembre, le vendite al dettaglio sono state consistenti, indicando un incremento della spesa per i consumi nel terzo trimestre – i dati sull’attività industriale sono più deboli.

In Germania, infatti, gli ordini industriali, insieme alla produzione reale, sono stati deludenti, con la produzione manifatturiera che a settembre ha riportato un crollo. L’industria francese, poi, rimane debole, con l’output supportato dalla produzione energetica, mentre quella manifatturiera resta modesta. Inoltre, in Italia la produzione industriale continua a deludere.

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