Relief rally del mercato azionario globale

A cura di Pictet Am
In ottobre i mercati azionari mondiali hanno registrato il miglior risultato mensile in quattro anni grazie ai programmi di stimolo delle principali banche centrali, che hanno contribuito a placare i timori per la crescita globale e il possibile impatto di un rialzo dei tassi USA. Il rally ha riportato gli indici S&P500 e Eurofirst 300 in territorio positivo per il 2015. I settori ciclici, trainati da energia e materiali, hanno messo a segno guadagni a due cifre in USD.
Le aree difensive come utilities e sanità hanno compiuto i progressi più modesti. Le borse dei Paesi avanzati non sono state le sole a beneficiare della munificenza delle autorità monetarie: anche le piazze azionarie e obbligazionarie emergenti e il debito high yield hanno chiuso il mese in forte rialzo. Nonostante l’inatteso rigore delle dichiarazioni rilasciate dalla Federal Reserve in occasione della riunione del 28 ottobre, gli investitori si sono basati sui segnali accomodanti di altri istituti. Alcuni giorni prima dell’annuncio della Fed, la Banca Centrale Europea ha confermato che le politiche monetarie di Stati Uniti ed eurozona stanno prendendo strade divergenti; il Presidente della BCE Mario Draghi ha infatti accennato a nuove misure volte a contrastare le pressioni deflazionistiche.
Nel frattempo la banca centrale svedese ha incrementato del 50% il proprio programma di QE. In Cina, la PBoC ha tagliato i tassi di interesse per la sesta volta in 12 mesi nel tentativo di sostenere la crescita. Il tasso di interesse di riferimento è stato abbassato di 25 punti base, al 4,35%, e il coefficiente di riserve obbligatorie (RRR) delle banche commerciali di 50 punti base. I potenziali ulteriori stimoli forniti dalle banche centrali di Europa e Asia hanno eclissato l’avvertimento della Fed circa un possibile aumento del costo del denaro in dicembre. I membri dell’istituto hanno deciso di lasciare invariati i tassi, confermando però la prospettiva di un inasprimento in dicembre, in quanto ritengono che i rischi economici legati agli sviluppi globali si siano ridimensionati.
La crescente divergenza delle politiche monetarie a livello mondiale si riflette nell’andamento dei mercati fixed income. Nell’eurozona, i rendimenti dei titoli di Stato italiani e spagnoli a due anni sono scivolati in territorio negativo per la prima volta, mentre i Bund con la stessa scadenza sono scesi al livello record del -0,32%. Negli Stati Uniti, intanto, le obbligazioni governative hanno visto un aumento dei rendimenti: il tasso del Treasury decennale ha infatti raggiunto il 2,1%, il massimo degli ultimi due mesi. Sul mercato dei cambi, il dollaro si è rafforzato rispetto all’euro, ma ha perso terreno contro le valute di molti Paesi emergenti.

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