Un consensus eccessivamente unanime? La view di Exane

A cura di Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane Bnp Paribas
La scorsa settimana si è svolto a Parigi il nostro seminario annuale, un’occasione per scoprire che molti dei miei colleghi inglesi parlano un ottimo francese. La conferenza, a cui hanno preso parte più di 300 investitori francesi, è stata un vero successo e ci auguriamo che quest’ultimi siano tornati nei loro uffici con nuove idee d’investimento. La conferenza è stata anche un’occasione per capire quali sono i temi su cui vi è un’opinione particolarmente unanime e per sapere cosa potrebbe sorprendere il consensus il prossimo anno.
Il tema che attualmente vanta maggiori consensi è il decoupling tra la politica monetaria della Fed e quella del resto del mondo, situazione che aumenta la forza del dollaro. La settimana prossima Draghi dovrebbe almeno soddisfare le attese del mercato e potrebbe sorprendere il consensus annunciando misure tecniche inaspettate. In particolare, si sta registrando un consensus crescente sulla possibilità di un taglio più deciso del tassi di deposito attraverso un sistema di deposito a due livelli. Anche il periodo minimo delle operazioni di TLTRO potrebbe essere prolungato.
Continuiamo a stimare che, alla fine del 2016, l’EURUSD dovrebbe attestarsi su un livello più basso rispetto alle attese del consensus (target Exane BNP Paribas: 0,95). Sebbene l’EURUSD stia registrando un trend ribassista, il consensus potrebbe essere sorpreso da un apprezzamento dell’euro e dalla ripresa temporanea di alcune valute emergenti nei prossimi mesi. In effetti,  il mercato valutario ha già integrato il decoupling fra la Fed e la Bce nel breve termine.
Il secondo tema maggiormente condiviso è il decoupling tra le prospettive di crescita con l’attuale recupero economico dell’Eurozona, il rischio di un deterioramento dell’economia USA e un pessimismo generale sugli emergenti. Secondo noi, il consensus ha un’opinione eccessivamente negativa sull’andamento della crescita globale nel breve termine. I leading indicator globali, ed in particolare quelli asiatici, indicano l’inizio di un mini-ciclo. Per quanto riguarda l’economia statunitense, riteniamo che il consensus abbia sotto-stimato l’impulso fiscale che si verificherà nel 2016 e che il deterioramento dei bilanci del settore corporate dovrebbe essere gestibile il prossimo anno. Manteniamo la nostra call su un maggiore rischio di recessione negli USA nel 2017.
Infine, per ogni economista, individuare il timing preciso di un determinato tema è importante come saper individuare il tema. Riteniamo che il contesto economico possa alimentare il mito di una normalizzazione economica nei prossimi mesi, con la Fed che sta avviando la stretta monetaria,  con l’economia globale che sta migliorando e con un’inflazione attesa che potrebbe essere superiore alla stime del consensus. Sarà necessario monitorare attentamente gli effetti secondari di uno scenario di tal tipo.
Per esempio, se il consensus dovesse essere sorpreso dal ritmo della stretta monetaria della Fed nel primo semestre, i rendimenti statunitensi a 10 anni potrebbero registrare un rialzo temporaneo. Pur mantenendo l’opinione che i rendimenti americani a 10 anni resteranno bassi nel 2016 visto l’eccesso di liquidità globale, la strada potrebbe essere più complicata del previsto e dobbiamo essere pronti ad un periodo caratterizzato da elevata volatilità macro-economica.
Per concludere, questa settimana sarà ricca di pubblicazioni, con numerosi dati macroeconomici USA, la riunione della BCE nella quale si daranno le direttive di politica monetaria e l’attesa incoronazione dell’RMB come riserva globalmente riconosciuta (una vittoria politica per la PBoC piuttosto che un fattore di cambiamento per l’andamento dell’RMB nel breve periodo).
Il rischio per gli economisti è che molti di tali fattori sono già integrati nei prezzi e l’opinione del consensus su numerosi temi è particolarmente unanime: decoupling tra le politiche monetarie, rialzo dei rendimenti USA, rafforzamento del dollaro, prezzi delle materie prime bassi, view positiva sull’eurozona, rischio di downside sugli USA e visione ribassista sulle economie emergenti; Come il mio mentore, il Colonnello John “Hannibal” Smith, soleva dire: “Adoro i piani ben riusciti”. Sfortunatamente, le view maggiormente condivise sono a volte sbagliate.

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