Bce verso un ulteriore allentamento

A cura di Esteban Lanter, Global Macro Research Credit Suisse
La BCE prepara una nuova serie di misure di allentamento. In una settimana densa di dati importanti e riunioni di istituti centrali, l’evento più rilevante sarà la riunione della Banca Centrale Europea (BCE) del 3 dicembre. Alla luce della retorica da colomba delle ultime settimane, ci aspettiamo che la BCE annunci un ulteriore consistente pacchetto di misure di allentamento, compresa l’estensione dell’attuale programma di acquisto di asset (di almeno sei mesi), un aumento nel ritmo degli acquisti di asset mensili (di circa EUR 10 mia.) e un taglio del tasso di deposito (almeno a –0,3%). Tuttavia dubitiamo che le sole proiezioni aggiornate dello staff dell’istituto siano sufficienti ad avallare la tesi di un ulteriore allentamento. I dati pubblicati nelle ultime settimane hanno a malapena scalfito le previsioni di un lieve miglioramento della crescita del PIL nell’Eurozona il prossimo anno rispetto al 2015. Ci aspettiamo che la BCE condivida questo scenario lasciando ampiamente invariate le sue proiezioni di crescita. Al contrario riteniamo che la BCE sottolineerà in maniera particolare il rischio di un ulteriore calo delle aspettative sull’inflazione o di un loro disancoraggio per giustificare nuove misure di allentamento. Inoltre metterà altresì in evidenza i rischi al ribasso derivanti da un possibile rallentamento della crescita nei mercati emergenti.
In relazione alle prospettive sull’inflazione, i cambiamenti nelle ipotesi tecniche (prezzo medio del petrolio nel 2016, tasso di cambio EUR/USD) determineranno probabilmente una revisione al ribasso delle previsioni sull’inflazione 2016 di 0,2–0,3 punti percentuali (dall’1,1% YoY). I rischi per le previsioni sull’inflazione 2017 tendono a essere marginalmente al rialzo, dato il potenziale di una maggiore inflazione dei prezzi dell’energia su base annua e un tasso di cambio EUR leggermente più debole di quanto ipotizzato in precedenza (entrambi si basano sui prezzi forward/futures delle due settimane terminate il 13 novembre 2015).
Attesi dati solidi sull’occupazione negli USA. I principali dati USA in uscita la prossima settimana riguardano il report di novembre sul mercato del lavoro atteso per venerdì 4 dicembre. Dopo una certa flessione dei dati sui payroll nel T3, attribuibile a un maggiore irrigidimento sul mercato del lavoro, l’occupazione totale a livello di payroll non agricoli è aumentata il mese scorso di 271 000 unità. Può essersi trattato di un’impennata sporadica e un dato più basso la prossima settimana sarebbe ancora in linea con un risultato complessivamente solido per il mercato del lavoro (il consensus del mercato si aspetta un guadagno di 200 000 unità per i payroll). L’indice manifatturiero ISM di novembre è atteso per martedì 1 dicembre. La stima flash dell’indice di novembre dei direttori agli acquisti (PMI) ha indicato una perdita di dinamica nel sentiment manifatturiero, che si trova ad affrontare elementi avversi come un dollaro forte e una fragile domanda internazionale. Pertanto non sorprenderebbe se l’indice manifatturiero ISM rimanesse a livelli relativamente attenuati.
Canada e Australia: rimbalzo del PIL del T3 e banche centrali ferme nelle loro posizioni. I paesi esportatori di commodity Australia e Canada hanno in programma la riunione delle rispettive banche centrali la prossima settimana e dovrebbero rendere noti i risultati del PIL del terzo trimestre. In Australia, i dati sulla spesa di capitale nel T3 hanno sorpreso significativamente al ribasso ma ci aspettiamo che vengano compensati da un solido ritmo di crescita dei consumi e da un contributo fortemente positivo dalle esportazioni nette. I dati del PIL attesi per mercoledì dunque dovrebbero mostrare una riaccelerazione da una crescita attenuata dello 0,2% su base trimestrale nel T2. Con riguardo alla riunione della Reserve Bank of Australia (RBA), i recenti discorsi dei membri del consiglio hanno chiaramente segnalato la loro soddisfazione in merito al livello attuale dei tassi, non ci aspettiamo dunque alcun cambiamento il prossimo martedì. In Canada, i dati mensili sul PIL suggeriscono un significativo rimbalzo dell’economia nel T3 (dato del PIL trimestrale atteso per martedì), dopo una recessione nel 1° semestre. Tuttavia, il ritmo di crescita è un po’ rallentato negli ultimi tre mesi, sulla scia di una spesa in calo nel settore delle costruzioni. Ciononostante, l’economia canadese con buona probabilità rimarrà su un moderato percorso di ripresa nel prossimo futuro e ci aspettiamo dunque che la Bank of Canada non prenda iniziative il prossimo mercoledì, con la possibilità che assuma un tono un po’ più accomodante nella dichiarazione alla luce di un rinnovato calo del prezzo del petrolio.
Destinati a confermarsi molto deboli i dati sul PIL brasiliano. La recessione del Brasile con grande probabilità si è aggravata nel terzo trimestre di quest’anno, con dati mensili come le vendite al dettaglio e la produzione industriale che hanno registrato un ulteriore deterioramento. Pertanto ci aspettiamo che il dato sul PIL (atteso lunedì 1 dicembre) indichi una contrazione analoga al T2. La domanda interna è rimasta probabilmente il principale elemento frenante, mentre le esportazioni nette dovrebbero aver fornito un contributo più positivo sulla base della debolezza delle importazioni. Guardando avanti, ci aspettiamo che la contrazione dei consumi nazionali mantenga l’economia in una situazione di recessione fino a metà 2016, con un indebolimento del mercato del lavoro e un’inflazione elevata che continuano a pesare sulla domanda interna.
La banca centrale dell’India destinata a rimanere inerte. La Reserve Bank of India (RBI) terrà la prossima riunione martedì 1 dicembre. In seguito a un taglio dei tassi di 50 pb a settembre, non ci aspettiamo altre ulteriori mosse alla prossima riunione. Mentre il nostro scenario di base fino al 1° semestre 2016 è ancora quello di un’assenza di ulteriori tagli, i rischi potrebbero spostarsi verso un maggiore allentamento nel caso di un ulteriore deterioramento dei prezzi delle commodity. Sempre martedì sono attesi i PMI di Cina, Corea, Taiwan e India.

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