Una chiusura d’anno ricca di appuntamenti importanti

a cura di Banca Intermobilare

Se dicembre si caratterizza usualmente per un calo dell’attività sui mercati finanziari per effetto delle numerose festività e della chiusura d’anno, quello appena iniziato si preannuncia invece come un mese denso di appuntamenti significativi a cui difficilmente i mercati potranno essere indifferenti, a partire dai meeting delle Banche Centrali per arrivare alle elezioni politiche in Spagna che si terranno il prossimo 20 dicembre.

Il mese si apre subito con uno degli eventi più attesi, la riunione della BCE in programma oggi. Dopo le indicazioni fornite nell’ultimo meeting e le dichiarazioni rilasciate in occasione delle successive numerose conferenze, Draghi ha alzato in misura significativa le aspettative sulle potenziali nuove iniziative di politica monetaria. Per il Presidente della BCE non sarà quindi semplice sorprendere in positivo o quantomeno non deludere i mercati, anche se l’esperienza degli ultimi anni insegna che Draghi in più occasioni ha saputo convincere i mercati anche di fronte ad aspettative piuttosto elevate.

Al momento la visione di consensus è posizionata per un ulteriore taglio del già negativo tasso di deposito, per un incremento (10-15 mld di euro) del quantitativo mensile dei titoli acquistati e per una estensione (almeno sei mesi) della durata del QE. Un programma di iniziative inferiore a quello sopra citato probabilmente creerebbe disappunto tra gli operatori e una reazione negativa sui mercati.

Se il meeting della BCE è l’appuntamento centrale di questa settimana, non va dimenticato che venerdì usciranno i dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti, l’ultimo aggiornamento prima del FOMC del 16 dicembre. I dati in questiono acquistano particolare rilievo in quanto un elemento di disturbo per i piani della Yellen rischia di essere proprio l’andamento dell’economia, considerato che le indicazioni degli ultimi mesi, pur non essendo negative, non sono state sicuramente brillanti: tanto per dare l’idea, fa un certo effetto pensare all’avvio del rialzo dei tassi in concomitanza con un ISM Manufacturing che nell’ultima rilevazione di oggi è sceso nettamente al di sotto di quota 50.

D’altra parte, con le recenti dichiarazioni della Yellen e degli altri membri della FED è stato fatto un importante lavoro preparatorio per avviare il rialzo dei tassi di interesse, tanto che giunti a questo punto un mancato intervento sarebbe probabilmente accolto negativamente: da un lato farebbe perdere credibilità alla FED, dall’altro farebbe sorgere molti dubbi sulla reale forza dell’economia.

Come se non bastassero questi appuntamenti, sempre venerdì è in programma la riunione dell’OPEC, che acquista una significativa rilevanza dopo la forte pressione che ha caratterizzato il petrolio (insieme a tutte le commodities) nella seconda parte dell’anno.
Il basso prezzo del petrolio ha sempre una doppia lettura poiché penalizza i paesi produttori, ma ha un impatto chiaramente espansivo per i paesi consumatori (in primis l’Europa), tuttavia considerando il contesto attuale ed i livelli raggiunti sarebbe auspicabile quantomeno una stabilizzazione.

Statisticamente parlando, il mese di dicembre è un mese favorevole per i mercati, ma considerando il complesso contesto in cui ci troviamo, i numerosi appuntamenti sopra citati e, in alcuni casi, le aspettative abbastanza alte è opportuna una dose di prudenza superiore rispetto al solito.
Il fatto stesso che dopo 7 anni di politiche a tassi zero il principale driver dei mercati finanziari resti la politica monetaria delle Banche Centrali è di per se già un elemento di cautela.
Tra l’altro, nell’ultimo periodo è nuovamente calata la volatilità di Wall Street, elemento questo che con gli indici ad un passo dai massimi assoluti deve fare aumentare il livello di attenzione.

Per contro, nelle ultime sedute è migliorata l’impostazione, anche tecnica, delle Borse europee e questo è coerente con la nostra visione che, indipendentemente dalla reazione di breve termine agli annunci di Draghi (su cui giocano un ruolo importante le forti aspettative createsi), sul medio termine le prospettive restano piuttosto attraenti (grazie alla politica monetaria espansiva, alla ripresa ciclica ed alle valutazioni), a patto che Wall Street non sia troppo disturbata dalle decisioni della Yellen.

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