Opportunità sul debito emergente in valuta locale

A cura di Enzo Puntillo, Responsabile obbligazionario di Gam
La crescita degli Emergenti, o meglio la mancanza di crescita, rimane il problema principale. E, in relazione a ciò, vi è la divergenza nel percorso di crescita delle differenti economie. La nostra filosofia generale d’investimento è stata per un periodo di tempo il ribilanciamento sia di quelle Nazioni che stanno attraversando adesso il processo (di ribilanciamento), sia di quelle che lo attraverseranno in futuro. Questo processo di ribilanciamento si concentra su fattori esterni e sulle condizioni del credito. In Ungheria, ad esempio, il credito interno è crollato del 30% dai picchi degli ultimi cinque anni. Le economie che hanno registrato qualche buon progresso fino ad ora o che non erano troppo sbilanciate in prima battuta, e quelle che a loro volta apprezziamo, comprendono Messico, India, Cile e Indonesia.
I Paesi invece che non hanno ancora fatto nessun passo in avanti nella direzione di un necessario ribilanciamento comprendono Turchia, Colombia, Sud Africa e Perù. La Turchia è prima in questo ambito ed è altamente vulnerabile su tutti i fronti. Nonostante ciò, il suo mercato ha periodi intermittenti di buona performance. Gli altri tre Paesi sono esternamente sbilanciati, ma non presentano grossi problemi sul fronte del credito. D’altro canto, i Paesi in cui il credito rappresenta il problema maggiore sono raggruppati in Asia, e comprendono ovviamente la Cina. Sono Paesi dipendenti dalla crescita del credito, che ha iniziato a rallentare.
Il cambiamento marginale nella crescita del credito è sufficiente a rappresentare un ostacolo alla crescita del PIL – non è necessaria una crescita del credito negativa perché si materializzino i problemi. In questi Paesi il rapporto credito-PIL è cresciuto del 30-40% dalla crisi finanziaria. Si tratta di un rapporto simile a quello sperimentato da alcuni Paesi Baltici e dell’Europa orientale, come la Lituania, che hanno impiegato molto tempo a ridurre la leva finanziaria.
Russia e Brasile, nel frattempo, sono all’inizio del percorso di ribilanciamento. In questi Paesi la crescita del credito è in calo, ma sono Paesi che non hanno ancora imboccato la strada del deleveraging, che è necessario abbia inizio. Di conseguenza, i titoli di Stato di questi Paesi sono stati duramente puniti dai mercati.
Tra gli Emergenti, preferiamo le valute di quei Paesi che hanno già ampiamente ribilanciato le loro economie, per esempio nell’Est Europa, così come Messico, India e Cile. Al contrario, evitiamo le valute dei Paesi che sono ancora lontani da un efficace processo di ribilanciamento, come, ad esempio, la Turchia.
Per quanto riguarda il debito sovrano, abbiamo di recente acquistato alcune obbligazioni di alta qualità in Mercati Emergenti selezionati. Abbiamo incrementato la nostra allocazione sul Messico che, nel terzo trimestre, ha vissuto un sell-off sostanziale: nel Paese i bond a 30 anni stanno rendendo circa il 5,5%. Abbiamo anche comprato alcuni bond indicizzati all’inflazione a lunga scadenza in Brasile, dove non rischiamo di essere schiacciati dai movimenti di rendimento a breve termine innescati dall’inflazione o dalla Banca Centrale. Queste obbligazioni generano rendimenti reali intorno al 7%, mentre il tasso d’inflazione è intorno al 9-10%. I rendimenti sono in qualche modo diminuiti di recente, generando un qualche plusvalenza durante il processo.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!