Certificati per investimento e per trading. Sono quelli che offre Commerzbank, emittente da pochi mesi sul mercato italiano, che oggi a Milano ha tenuto un seminario sull’argomento. Mostrando i propri certificati a leva fissa sui principali indici azionari, Ftse Mib, Dax ed EuroStoxx: per ora sono otto, ma nei prossimi mesi sono attese nuove emissioni. Certificati che verrebbero assimilati, nel caso estremo di bail in – purtroppo decisamente attuale in questo periodo – come obbligazioni senior, e quindi risparmiati in un eventuale salvataggio.
I certificati a leva possono essere sia a leva fissa sia dinamica, ma con questi ultimi, se i prezzi vanno in direzione opposta allo strumento, si rischia di amplificare il livello di leverage adottato. Viceversa con quelli a leva fissa si ha sempre la certezza della leva che si compra (un po’ come con i future). I vantaggi, rispetto ai future, sono la non necessità di aprire un conto derivati, la trattazione in continua come fossero azioni e soprattutto il fatto che non sarà mai necessario reintegrare i margini in caso di andamento opposto alla propria posizione. In questo modo i certificati Long permettono di beneficiare di eventuali rialzi dell’indice sottostante mentre i certificati Short consentono di ottenere guadagni da possibili ribassi dell’indice. Dal momento che la leva è fissa e valida solo per una giornata di Borsa aperta, è importante considerare l’effetto dell’interesse composto intrinseco ai prodotti a leva fissa e giornaliera. Un andamento lineare (sia al rialzo sia al ribasso) permette pertanto di amplificare la performance dell’indice sottostante (se si è nella direzione giusta, ovviamente), mentre un movimento altalenante porta invece a generare risultati anche spesso ben distanti da quello che è la semplice differenza tra primo e ultimo giorno di trading sullo strumento.
Caratteristiche che rendono questi certificati sempre più trattati: nel 2014 hanno rappresentato il 65% del totale dei certificati e per l’anno in corso il turnover complessivo dovrebbe superare i 16 miliardi di euro. Diventando quindi il secondo mercato europeo con circa 20 miliardi di euro di controvalore (nel 2014) contro i 22 circa della Germania.
Un indicatore di sentiment (sugli investitori privati tedeschi) calcolato dalla Borsa di Stoccarda è il Euwax Sentiment (qui), mostrato dal trader e formatore Davide Biocchi, che mostra quasi in tempo reale l’andamento di acquisti e vendite di certificati da parte di trader e investitori tedeschi, paragonandolo a quello dell’indice Dax. La finanza comportamentale in presa (quasi) diretta conferma anni di studi sul comportamento degli investitori.