L’industria europea degli Etp archivia il miglior anno di sempre

Nel mese di novembre gli ETP hanno raccolto 28,2 miliardi di dollari a livello globale e da inizio anno i flussi si attestano a 302,4 miliardi di dollari, livello prossimo al record annuale di 345,4 miliardi di dollari del 2014.  E’ quanto emerge dal report mensile Etf Landscape–Industry Highlights sull’andamento del mercato degli Etp (Exchange Traded Products) redatto dal BlackRock Investment Institute. Nel dettaglio,

con una raccolta di 21,4 miliardi di dollari, i fondi azionari statunitensi hanno segnato il miglior mese di quest’anno, mentre le esposizioni azionarie allargate ai mercati sviluppati hanno attirato 6,4 miliardi di dollari. I fondi azionari sui mercati emergenti hanno avuto flussi negativi complessivi per 2,5 miliardi di dollari, concentrati sui fondi che offrono esposizione alla Cina, con deflussi pari a 2 miliardi di dollari.

Dopo i forti afflussi di ottobre, gli ETP a reddito fisso hanno invertito la rotta, con una raccolta negativa netta negativa 129 milioni di dollari a livello globale, con deflussi di 4,5 miliardi di dollari dai titoli governativi USA in vista di un possibile aumento dei tassi a dicembre.

In Europa gli ETP continuano la corsa avanti anche nel mese di novembre, accumulando 3,2 miliardi di dollari di nuovi flussi netti. Già a fine novembre l’industria europea degli ETP archivia il miglior anno di sempre, con flussi pari a 73,2 miliardi di dollari nei primi 11 mesi.

In linea con il quadro globale, i fondi azionari in Europa hanno raccolto 2,9 miliardi di dollari, guidati dalle esposizioni USA (+ 0,9 miliardi di dollari) e dalle esposizioni allargate ai mercati sviluppati azionari (+ 1,05 miliardi di dollari). Seppur quest’anno l’Eurozona ha fatto la parte del leone a livello di flussi all’interno del segmento dei dell’azionario dei Paesi sviluppati, a novembre il trend è stato piatto.

In Europa i flussi registrato dai fondi a reddito fisso hanno rallentato a 64,2 milioni di dollari. I fondi obbligazionari corporate hanno attirato 1,9 miliardi di dollari, mentre i fondi monetari hanno perso 0,5 miliardi di dollari e i fondi governativi 1,3 miliardi di dollari. All’interno del segmento corporate, l’obbligazionario investment grade e high yield hanno invece continuato ad attirare investitori, raccogliendo rispettivamente 0,9 miliardi di dollari e 1 miliardo di dollari.

“Anche nel mese di novembre i flussi sono stati per lo più guidati dalle divergenze tra le politiche delle banche centrali – ha affermato Ursula Marchioni, Chief Strategist iShares EMEA – come il volgere del mese, si è accresciuta la probabilità di un rialzo dei tassi durante la riunione di dicembre da parte della Federal Reserve e i mercati hanno previsto un ampliamento del programma di stimoli della Banca Centrale Europea. Come risultato, abbiamo osservato forti flussi verso fondi azionari statunitensi e dei mercati sviluppati e deflussi dai governativi statunitensi. Dopo il rimbalzo di ottobre, nel mese scorso il rallentamento in Cina ha pesato nuovamente sugli azionari emergenti, non ugualmente aiutati dalla prospettiva di una prossima decisione della Fed. Novembre ha registrato anche la crescente domanda di fondi sulle commodity energetiche. Le speculazioni relative a potenziali tagli della produzione di petrolio da parte dei maggiori membri dell’OPEC potrebbe continuare a guidare i flussi di questo segmento anche nei prossimi mesi”.

“In Europa – ha poi fatto notare Marchioni – gli ETP hanno raggiunto un massimo storico, guidati a novembre da fondi azionari, mentre i flussi sul reddito fisso sono stati pressoché piatti. Nonostante quest’anno l’azionario dell’Eurozona abbia fatto la parte del leone a livello di flussi sui mercati sviluppati, negli ultimi mesi gli investitori si sono orientati verso opportunità in altri mercati piuttosto che convergere verso il consensus sul mercato domestico. Crediamo che questo andamento potrebbe cambiare alla luce delle conferme a livello di risultati reddituali della regione e di un sentiment di mercato positivo sull’espansione monetaria della BCE. Nel reddito fisso abbiamo visto gli investitori rivolgersi al segmento del credito. Gli ulteriori acquisti di obbligazioni governative da parte della BCE continueranno a spingere gli investitori verso l’assunzione incrementale di rischio di credito, sposando l’interesse dalle tradizionali esposizioni obbligazionarie alle obbligazioni societarie”.

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