Crescita sostenuta dai consumi domestici

a cura di Cassa Lombarda

Eurozona: “si mantiene la crescita” – l’indice di fiducia degli investitori nell’Eurozona, è salito a dicembre. Il secondo ricalcolo del Pil ha confermato la stima preliminare con una crescita del +0.3% che è frutto prevalente della forza dei consumi nonostante la debolezza degli investimenti e dell’export che risente della frenata degli emergenti. Anche secondo l’Ifo la ripresa dell’economia tedesca continua a essere rinforzata dai consumi privati grazie alla buona situazione del mercato del lavoro e all’aumento dei salari. Se la crescita domestica dovesse rallentare alcuni esponenti del Comitato esecutivo della Bce hanno avvertito che la Banca Centrale sarà sempre in grado di sostenere ulteriormente l’economia con misure appropriate. Tuttavia ciò non è dato per certo da Weidmann che afferma che il programma di acquisto asset già confonde il confine tra politica monetaria e politica fiscale, riducendo gli incentivi per i governi alla riduzione della spesa. Questa settimana ci si aspetta poco cambiamento nei PMI flash, che dovrebbero indicare una crescita del PIL del +0,4% t/t nella zona euro, e l’inflazione che dovrebbe essere confermata.

Usa: “la certezza dei consumi interni” – La fiducia dei consumatori è salita a dicembre al più alto livello in quattro mesi in quanto le percezioni favorevoli circa le finanze domestiche degli americani rimangono ottimistiche. Ciò dovrebbe favorire lo shopping durante questa stagione chiave per i consumi domestici. Questo, e i dati sul mercato del lavoro, che segnalano un avvicinamento al pieno impiego, dovrebbe dare fiducia ai membri della Fed per aumentare i tassi di interesse il 15-16 dicembre. Questa settimana, se da un lato il rialzo dei tassi sembra quasi certo, da verificare sarà il tono della dichiarazione del Federal Open Market Committee (Fomc), probabilmente dovish, e le nuove proiezioni del comitato per il tasso sui Fed funds che saranno la guida per i prossimi passi della Fed. In futuro sarà l’andamento dell’inflazione, ancora a livello basso, che guiderà la Banca Centrale e dovrebbe generare un trend molto graduale nei successivi rialzi al fine di non frenare lo slancio di crescita dell’economia USA.

Cina: “inflazione moderata” – la bilancia commerciale è in surplus a novembre ma con un nuovo calo dell’export e import, che testimonia del persistente rallentamento dell’economia mondiale. L’inflazione è stata sostenuta dagli aumenti dei prezzi del cibo e dei servizi segnalando che la domanda interna si sta stabilizzando dopo gli stimoli fiscali e dei tassi d’interesse, ma rimane ben al di sotto del target del 3% fissato dal governo per il 2015 lasciando ancora spazio per ulteriore allentamento da parte della Banca Centrale in caso di necessità.

Giappone: “evita la recessione” – con la revisione il Pil è aumentato nel terzo trimestre oltre i dati preliminari di metà novembre, ciò permette tecnicamente all’economia di sfuggire a una nuova recessione già annunciata. L’inversione di tendenza della crescita si spiega con un aumento degli investimenti non residenziali delle imprese. Questo dovrebbe dare ragione all’attendismo della Banca Centrale che dovrebbe rimanere ferma questa settimana.

Turchia: “sorprende al rialzo” – il tasso di crescita del PIL nel terzo trimestre è il più alto dal 2011 e ha sorpreso positivamente grazie a consumi privati ed export con un calo dell’import. Il saldo corrente è quasi equilibrato per il terzo mese consecutivo. Questi dati potrebbero segnalare un’inversione di tendenza come visto nei PMI tornati in zona espansiva ma precedenti alle vicende con la Russia.

Russia: “tassi fermi” – la Banca di Russia ha deciso di mantenere i tassi invariati all’11% per i rischi elevati di inflazione che possono emergere dal rublo debole, anche se il rischio di raffreddamento dell’economia avrebbe richiesto di allentare la politica monetaria.‎

Svezia: “debole inflazione” – l’inflazione a novembre è stata ben al di sotto delle previsione della Riksbank. Tuttavia la Banca Centrale dovrebbe lasciare invariati i tassi nella riunione del 15 dicembre.

Norvegia: “lieve ripresa dell’inflazione” – l’inflazione core è stata sopra le attese della Norges Bank come già accaduto ultimamente, ma non dovrebbe avere un impatto sulla riunione di dicembre in cui i tassi dovrebbero rimanere invariati.

UK: “Boe ferma e dovish” – Il deficit della bilancia commerciale si è ampliato a ottobre sulla spinta delle importazioni arrivate ai massimi da circa un anno grazie alla forza della sterlina. La Banca d’Inghilterra (Boe) ha come previsto lasciato invariato il tasso di riferimento, decidendo con 8 voti contro 1, e all’unanimità ha confermato il volume totale di acquisto di titoli. A dicembre dai verbali della BOE è emerso che in generale non ci sono nuove notizie dopo il rapporto sull’inflazione di novembre. Ma il Comitato ha osservato che il prezzo del petrolio è di nuovo sceso sensibilmente, aumentando la probabilità che l’inflazione rimanga contenuta, e la crescita dei salari nominali si stabilizzi. Inoltre il verbale afferma che non c’è alcun collegamento tra la politica monetaria UK e quelle delle altre banche centrali, in quanto la politica della Boe sarà determinata in ultima analisi, dalla prospettiva di inflazione. Questo potrebbe significare una mossa verso la metà 2016.

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