Banca Intermobiliare: “C’è lo spazio per un rimbalzo delle Borse”

a cura di Banca Intermobiliare

Dopo sette anni per gli americani potrebbe essere l’ultimo giorno di tassi a zero considerato che, se sarà rispettata l’aspettativa di consensus, domani sera la FED dovrebbe procedere con il primo rialzo dei tassi di interesse. Dopo una fase così prolungata di “ZIRP – zero interest rate policy”, l’avvio del rialzo dei tassi rappresenta una transizione delicata per i mercati finanziari.

La valutazione dell’impatto non può comunque prescindere dall’andamento recente dei mercati, caratterizzati da una fase di avversione al rischio generata non solo dai timori legati alla politica monetaria americana, ma da molteplici fattori :

  • delusione dal meeting della BCE dopo le elevate aspettative create;
  • forte pressione sul petrolio dopo la riunione dell’OPEC;
  • segnali di tensione sul comparto high yield americano dopo le difficoltà di alcuni fondi specializzati.

L’impressione è che gli operatori si siano portati piuttosto avanti, aiutati anche dal lavoro preparatorio messo in atto in questi ultimi mesi da parte dei membri della FED, in primo luogo dalla stessa Yellen.

Sui mercati potrebbe pertanto essere premiante l’effetto chiarezza: la fine di una lunga fase di attesa e di incertezza sulla politica monetaria potrebbe creare le condizioni per una reazione positiva soprattutto se, come probabile, la Yellen accompagnerà il rialzo con indicazioni estremamente dovish sul futuro percorso della politica monetaria.

Tra l’altro, dopo la repentina correzione delle ultime settimane, anche tecnicamente vi è lo spazio per un rimbalzo delle Borse, con gli indici che si trovano in prossimità di aree significative (1.980-2.000 di S&P500, 10.000 di Dax, 20.000-20.500 di Ftse Mib).

Allargando l’orizzonte temporale va comunque tenuto presente che, nonostante la debolezza delle ultime settimane, lo scenario di medio periodo non ha subito significativi cambiamenti rispetto a qualche settimana fa: non c’erano elementi per facili entusiasmi prima, non ci sono elementi di eccessiva preoccupazione ora.

Nonostante la recente debolezza relativa, restano validi anche i fattori a supporto dell’Europa, per quanto il movimento recente abbia ancora una volta confermato la volatilità strutturalmente più elevata delle Borse europee.

Con riferimento all’Italia, sta pesando la debolezza del comparto bancario: a questo riguardo bisogna mettere ancora in conto una fase di interventi straordinari sui risultati di fine anno, probabilmente non del tutto attesi nell’entità. Questo, associato all’avvio del bail-in, ha aumentato la pressione sulla parte di minore qualità del comparto, anche se con valutazioni che ormai sono ritornate in prossimità del 50% del book value tangible, se non inferiori, è probabile che una parte considerevole degli aspetti negativi sia nei prezzi.

In un contesto che vede confermato qualche segnale di stabilizzazione dall’economia cinese (quantomeno sul breve termine) le due variabili critiche da monitorare per mantener un approccio costruttivo in questa chiusura d’anno e per l’avvio del 2016 sono:

  • l’evoluzione dell’economia americana: è necessario che giungano conferme sulla crescita, in quanto segnali di rallentamento accrescerebbero il timore che la FED con il rialzo dei tassi abbia commesso un pericoloso errore di policy;
  • il livello di tensione sul comparto high-yield: è opportuno contenere i livelli di stress, in modo da scongiurare un pericoloso effetto contagio (sinora evitato) alla restante parte del mondo obbligazionario.

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