Indici azionari, ecco le classifiche dei migliori e dei peggiori e su cosa puntare

Tempo di bilanci, anche in Borsa. Dove da inizio anno in termini di performance brilla, tra tutti i principlai listini azionari mondiali, l’indice Ftse Mib con un rialzo (alla chiusura del 21 dicembre) dell’11,6%, l’unico a doppia cifra. Un risultato di tutto rispetto considerando che il benchmark per il Vecchio Continente Eurostoxx 50 si è fermato al +2,8%. Alle spalle di Piazza Affari c’è l’indice giapponese Nikkei 225 con un rialzo dell’8,4% in valuta locale, ovvero in yen. Medaglia di bronzo poi per Francoforte, dove il Dax segna un’ascesa del 7,7 per cento.

Attenzione però: se la performance da inizio anno viene calcolata in euro (elaborazione essenziale per la maggior parte degli investitori retail italiani che utilizzano Etf e/o fondi comuni), sul primo gradino del podio di questa particolare classifica, si piazza l’indice Nikkei 225, forte di un rialzo del 18,7%. Al secondo posto si classifica poi il Nasdaq Composite con un +15,3% in euro (+4,2% in valuta locale, ossia in dollari). Bene poi, almeno in euro, l’indice svizzero Smi che segna un rialzo del 6,14% contro un ribasso in franchi del -4,4 per cento.

In fondo alla classifica si piazzano invece l’indice brasiliano Bovespa (-36,9% in euro e -13,3% in valuta locale), quello canadese S&P/Tsx (-18% in euro e -10,8% in valuta locale) e lo spagnolo Ibex 35 (-8,3%).

Una volta stilata la classifica delle performance, diventa però importante tentare di individuare quale indice azionario possa regalare qualche bella soddisfazione agli investitori il prossimo anno, o per lo meno, nei primi mesi. In quest’ottica, esaminando il consensus sul rapporto tra prezzo e utile (P/E) atteso per il 2016 rilevato da Bloomberg,  il paniere al momento “meno caro” è l’Hang Seng di Hong Kong con un valore limitato a 10,50 (da inizio anno in euro segna un rialzo del +2,24% e in valuta locale del -7,7%) mentre tra i più performanti citati prima spicca il Dax con un valore di 12,77. Il Ftse Mib evidenzia invece un P/E di 14,5, non eccessivamente caro me nemmeno a buon mercato.

Passando poi all’esame del rendimento del dividendo (dividend yield), su tutti i panieri in evidenza c’è quello di Londra (Ftse 100) con un 4,44 stimato anche in questo caso dal consensus per l’anno prossimo rilavato da Bloomberg.  Anche per questo ratio, comunque, il Ftse Mib non è da scartare con un dividend yield atteso del 3,84%. Bene poi anche Hang Seng (3,77%) e lo Smi (3,60%).

Gianluigi Raimondi

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