Aim Italia l’indice italiano che ha sofferto meno del Covid-19

L’indice Ftse Aim italia è quello che ha sofferto di meno l’impatto del Covid-19. Tra i settori meno colpiti quello finaziario ed energy & utilities. E’ quanto emerge dalla ricerca di KT&Partners dal titolo “Italy: Navigating in uncharted waters”, dedicata agli impatti del coronavirus sui principali mercati finanziari andando ad analizzare in particolare l’Aim Italia, al fine di comprendere al meglio le performance dei mercati in questi ultimi mesi.

La Market Research di KT&Partners considera due archi temporali di riferimento: il primo che parte dall’inizio dell’anno fino al 21 maggio e il secondo dal 20 febbraio (quando il Covid-19 si è diffuso in Italia) fino al 21 maggio. Considerando le performance da inizio anno dei principali mercati azionari, la perdita maggiore si è verificata verso la fine di febbraio e le prime tre settimane di marzo, quando tutti i principali indici hanno perso il 20% o più del loro valore, ma il Ftse Mib è stato il peggiore listino in assoluto, perdendo il 27,31% da inizio anno e il 31,87% da quando si è diffuso Covid-19.

Dalla ricerca emerge come la crisi da Covid-19 abbia avuto un impatto notevolmente maggiore rispetto alla crisi del 2008 susseguente al crollo di Lehman Brothers. Infatti, se nel 2008, nei 50 giorni successivi alla crisi, il Ftse Mib aveva perso il 15%, registrando il valore più basso (-18%) dopo 10 giorni, con l’epidemia di Covid-19, il Ftse Mib è diminuito addirittura del -42% in 15 giorni, arrivando poi ad un calo del -32% dopo 50 giorni.

Considerando solo i segmenti di mercato italiano, l’indice Aim Italia è quello che ha registrato la perdita più bassa, -14,83% da inizio anno e -15% dalla diffusione del Covid-19. La velocità di turnover del mercato Aim Italia è scesa nel periodo gennaio-aprile 2020 dal 5% al 2,3%, a testimonianza del fatto che il mercato Aim Italia sia stato l’indice azionario meno impattato.

Lo studio si concentra anche sulle previsioni degli analisti per il 2020 e il 2021, analizzando la revisioni delle stime dopo la diffusione dell’epidemia di Covid-19. In media, le stime complessive dei ricavi per il 2020 sono diminuite dell’11% e quelle per il 2021 del 7%. Le società dei settori dei beni di consumo e dei servizi al consumo hanno subito le maggiori revisioni, rispettivamente -22,6% e -22,3% per il 2020 e -8,3% e -16,1% per il 2021. Il settore finanziario ha invece visto una grande revisione al rialzo per ricavi delle società del comparto: + 14,5% per il 2020 e + 15,4% per il 2021.

Il Covid-19 ha avuto un forte impatto sul mercato primario. In questo momento di incertezza senza precedenti, solo una società si è quotata sul mercato Aim Italia dall’inizio dell’anno (escluse tre aggregazioni aziendali), rispetto alle sei nel periodo gennaio-maggio 2019. Tra i vari settori all’interno del listino Aim Italia, il migliore (l’unico con un rendimento positivo) è risultato il cluster delle società energy & utilities (+0,2%), seguito da quello del settore finanziario (-5,9%), e da quello delle materie prime (-9,1%). Dall’altra parte, i risultati peggiori sono stati registrati dai servizi al consumo (-26%), i beni di consumo (-19,4%) e real estate (-18,1%).

Osservando le prestazioni degli stessi cluster nel periodo seguente l’epidemia di Covid-19, le aziende dei settori finanziari registrano la perdita minima (-6%), seguite dal settore Energy&Utilities (-9,3%) e da quello healthcare (-11,9%). Real estate (-30,9%), Servizi al consumo (-22,8%) e beni di consumo (-19,3%) hanno registrato i risultati peggiori.

In questo clima di crisi e incertezza, i governi stanno studiando strategie per sostenere la ripresa economica. Il nuovo “Decreto Rilancio” introduce Pir alternativi, che sono dedicati a investitori facoltosi e privati, hanno un investimento annuo massimo di 150mila euro per cinque anni, con almeno il 70% del Nav investito in azioni o obbligazioni emesse da società italiane non incluse nel Ftse Mib o Ftse Mid e un concentration limit del 20%. Inoltre, sono stati promossi due fondi sostenuti dal governo per aumenti di capitale. Il primo sarà gestito da Cassa Depositi e Prestiti per supportare le grandi e medie imprese, mentre il secondo sarà gestito da Invitalia per supportare le piccole imprese.

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