Il mondo dopo la pandemia, prepararsi a navigare in acque incerte

Stiamo vivendo le fasi iniziali di una recessione che sarà più profonda, in termini di ampiezza economica e sociale, della crisi finanziaria globale. Si prevede che la crescita globale subirà una contrazione cinque volte superiore a quella del 2008. Nel frattempo, rispetto a quell’anno, la crescita negli Stati Uniti registrerà probabilmente una contrazione doppia. L’evoluzione delle strategie in materia di salute pubblica cambierà per sempre la gestione del settore e il funzionamento della società. E’ quanto scrivono gli analisti di Franklin Templeton nell’ultimo Global Macro Shifts.

Finora vi è stata una risposta politica importante sul piano sia fiscale che monetario. Tuttavia, le pressioni già gravanti sui deficit e sui bilanci delle banche centrali di tutto il mondo sviluppato impediranno di attuare pienamente gli stimoli.

Secondo gli analisti, dovremo affrontare scelte difficili dal punto di vista sia epidemiologico che economico. Riflettendo sui potenziali scenari futuri, consideriamo una graduale riapertura e ripresa come lo scenario più probabile. In linea con questa analisi, prevediamo che l’inflazione statunitense quest’anno farà un balzo fra il 5% e il 15% e nel medio termine resterà elevata, a causa delle delicate dinamiche produttive messe a dura prova nel periodo di blocco.

Quando scorgeremo la luce alla fine di questo angoscioso tunnel per la sanità pubblica, ci troveremo ancora a convivere con diverse difficoltà gravi sul piano macroeconomico. Oltre ai livelli elevati del debito pubblico e alla crescita smisurata dei bilanci delle banche centrali, l’economia globale lotterà per ridare slancio alla domanda dei mercati sviluppati e prendere più nettamente le distanze dalla globalizzazione. Di conseguenza, ci aspettiamo uno sviluppo più lento del commercio globale e percorsi divergenti nei mercati emergenti: a trainare la crescita saranno quelli con minori vulnerabilità esterne e una maggiore resilienza interna.

Inoltre, è probabile che questa pandemia ci lascerà in eredità una maggiore polarizzazione economica e politica, poiché la ricchezza divide e le tendenze populiste continuano a fiorire. Se a ciò si aggiungono le incipienti pressioni inflazionistiche, che si trasformano in magiche promesse di creazione illimitata di moneta, quello che si profila è un futuro dagli esiti economici altamente incerti. Il ritorno alla normalità potrebbe richiedere anni, o addirittura un tempo indeterminato.

In un contesto di questo tipo, nel quale aumentano in tutto il mondo i debiti con rendimenti bassi e negativi e mutano le correlazioni tra le asset class, riteniamo necessario rivedere le strategie tradizionali di posizionamento degli investimenti. Per affrontare questa crisi, stiamo allestendo un approccio d’investimento che si compone di due fasi. In questa prima fase, nella quale l’economia risente degli effetti dei blocchi, vediamo valore negli asset tradizionalmente considerati come rifugi sicuri, come lo yen giapponese e il franco svizzero. Sarà un periodo di notevole difficoltà per i mercati emergenti. Tuttavia, non tutte queste economie finiranno in default e quando le più resilienti si avvieranno verso la ripresa, nella seconda fase, crediamo che emergeranno nuove opportunità di investimento. Attualmente ci stiamo preparando ai rischi e alle opportunità che si presenteranno nel mondo post-pandemico.

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