Ima non risente della crisi: ben posizionata per i futuri vaccini

Mentre in Italia cresce la polemica tra chi vorrebbe riaprire tutto e quanto prima e chi altrettanto fermamente vorrebbe mantenere tutto chiuso il più a lungo possibile, molte aziende quotate a Piazza Affari non si sono realmente mai fermate, pur avendo adottato misure di sicurezza per i loro addetti. E’ il caso di Ima, 2,8 miliardi di capitalizzazione in Borsa a Milano, protagonista la scorsa settimana di un rimbalzo del 17,5% che l’ha riportata sopra i 64,5 euro per azione.

Stamane il titolo allunga ancora il passo e nonostante l’incertezza del listino, fermo sui valori di venerdì anche per il nuovo tonfo del petrolio, sale a 65,15 euro (+0,85%) con circa 35 mila pezzi scambiati in poco più di un’ora di lavoro. In un’intervista il Ceo e principale azionista (attraverso Sofima, detentrice di una partecipazione del 71,182%) del gruppo, Alberto Vacchi, spiega appunto che l’azienda, che produce macchine per imballaggio, non ha mai dovuto fermare gli impianti, dato che opera per settori essenziali come quello farmaceutico e quello alimentare (oltre a quello cosmetico e a quello del tabacco).

Al momento il personale è al 50% tra produzione e smart working ma dovrebbe tornare a ranghi completi per giugno. Il flusso di ordini non si è mai arrestato e in vista della futura produzione di vaccini Ima appare ben posizionata, visto il track record nella fornitura di linee produttive per blister per vaccini anti-influenzali e malattie infettive a tutti i grandi player dell’industria farmaceutica. Quanto al problema della liquidità, nota Vacchi, Ima avendo una rete di fornitori strategici locali partecipati dal gruppo è pronta a sostenerli per difenderne le competenze, ma occorre che il governo a sua volta faccia presto per dare concretezza ai provvedimenti annunciati.

Il giudizio degli analisti su Ima

Complice l’emergenza coronavirus, Ima non aveva fornito alcuna guidance per il 2020 lo scorso 12 marzo in occasione della presentazione dei risultati 2019. Lo farà probabilmente il prossimo 15 maggio, quando sarà diffusa la prima trimestrale. Dopo l’intervista di Vacchi, Equita Sim ha ribadito le proprie stime per il 2020 in termini di Ebitda (stabile attorno a 281 milioni). Ai livelli attuali il titolo tratta oggi a circa 12 volte in termini di EV/Ebitda e 24-21 volte in termini di P/E 2020-2021 (la media del P/E è di 25 volte negli ultimi 5 anni, di 22 volte negli ultimi 10 anni), per cui gli analisti hanno ribadito il proprio “hold” (mantenere in portafoglio) e il target price di 54 euro (circa il 17% al di sotto dei livelli correnti).

Il titolo sembrerebbe dunque leggermente “caro” dopo il rally della scorsa settimana. Per contro gli analisti tecnici segnalano che proprio grazie a tale rally il quadro grafico è mutato ed ora esprime un forte trend rialzista, con supporti a 60-60,50 euro per azione (a 58 euro in caso di più robuste prese di beneficio) e prossime resistenze al rialzo a 68 euro prima e 70-70,75 eruo poi. Lo stocastico, nella parte superiore della banda d’oscillazione, conferma il trend positivo in cui è inserito il titolo Ima, ma l’indicatore di forza relativa (Rsi), ormai in ipercomprato, suggerisce cautela essendo possibile uno storno dei prezzi prima della ripresa del trend positivo verso il trend attualmente stimato attorno ai 69-69,25 euro per azione.

Il quadro è dunque favorevole all’apertura di posizioni rialziste, magari sfruttando momentanei indebolimenti di Ima, tenendo presente che solo una discesa sotto i 56 euro (dove va fissata la stop loss della strategia rialzista suggerita) farebbe chiudere le posizioni riducendo sensibilmente le probabilità di un ritorno sui livelli di 12 mesi fa (ancora un 5% superiori ai valori correnti) e di un ulteriore allungo del titolo.

Ima a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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