America Latina, investimenti da riscoprire

A cura di Sylvio Castro, Head of Investment Advisory Brazil, Credit Suisse
Gran parte dell’America latina ha vissuto un periodo di persistente debolezza da  quando il superciclo trainato dalla Cina e dalle commodity si è interrotto nel 2014/15.  Tuttavia, i progressi compiuti sul fronte valutario e delle partite correnti sono stati  significativi. In seguito all’elezione di governi con orientamento riformista in alcuni paesi chiave, le possibilità di ripresa economica e di ulteriori avanzamenti dei mercati sono aumentate.
Gran parte dell’America latina ha attraversato un lungo periodo di crescita debole, o addirittura di recessione, a causa del recente calo dei prezzi delle materie prime innescato dal rallentamento in Cina. Alcuni problemi strutturali sottostanti, riconducibili a disuguaglianza dei redditi, sistemi d’istruzione inadeguati ed eccesso di regolamentazione, hanno esacerbato questa debolezza. Come prima cosa, le valute che erano largamente sopravvalutate negli anni del boom hanno subito gravi pressioni, costringendo le banche centrali a inasprire le politiche monetarie. Ciò ha acuito le tensioni nelle economie in cui la crescita del credito era stata eccessiva. Nel frattempo, i disavanzi fiscali si sono fortemente ampliati e hanno alimentato i timori di una nuova crisi del debito.
Riforme politiche nonostante i limiti finanziari La paventata crisi del debito non si è ancora materializzata e non riteniamo verosimile che si verifichi nei prossimi anni per i seguenti motivi: il debito estero, in rapporto al PIL, è largamente inferiore rispetto alle precedenti crisi; una parte maggiore del debito è denominato in valuta locale, riducendo in tal modo la vulnerabilità; la quota di debito a carico dei governi è complessivamente diminuita. Inoltre, le riserve in valuta estera sono largamente superiori e la politica valutaria è più flessibile, il che consente un adeguamento più graduale al deterioramento del contesto esterno. Di fatto, i saldi delle partite correnti sono notevolmente migliorati negli scorsi 12 mesi.
I governi hanno però poco margine di manovra per allentare la politica fiscale o stimolare l’espansione del credito. È tuttavia incoraggiante il fatto che i neoeletti governi con orientamentoriformista abbiano avviato alcune riforme strutturali. Sebbene sia difficile attuare riforme in un periodo di debole crescita dell’economia, rimaniamo cautamente fiduciosi nella prospettiva che tutti i principali paesi, tra cui Messico, Argentina, Colombia, Perù e, infine, anche il Brasile, facciano dei passi nella direzione giusta.
Il contesto più favorevole dovrebbe dare impulso a obbligazioni e azioni. A metà 2016, la fiducia di imprese e consumatori ha mostrato un miglioramento nella regione, sebbene in alcune nazioni, in particolare in Brasile, sia rimasta debole. Ciò suggerisce che le economie dell’America latina potrebbero essere a un punto di svolta. Inoltre, se si escludono quelle di Messico e Argentina, le valute hanno iniziato a rafforzarsi a inizio 2016, riducendo le spinte inflazionistiche. Con il calo dell’inflazione e l’inasprimento delle politiche fiscali, alcune banche centrali dovrebbero essere in grado di procedere a un graduale allentamento delle politiche monetarie.
Dato che i tassi d’interesse reali sono su livelli largamente superiori a quelli dei paesi sviluppati e degli altri mercati emergenti, questo contesto prefigura la possibilità di  conseguire ulteriori guadagni sugli investimenti nei mercati obbligazionari dell’America latina. Al contrario del «taper tantrum» del 2013, le accresciute aspettative di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense verso la fine del 2016 hanno avuto solo un effetto marginale.
Considerato il nostro scenario di base di un inasprimento molto graduale negli Stati Uniti, le obbligazioni dell’America latina dovrebbero mostrare una buona tenuta, anche se alcune valute subiranno temporaneamente nuove pressioni. Le prospettive per le azioni latino-americane sono però contrastanti. Al momento della redazione, le azioni della regione scambiavano con un premio del 10% rispettoa quelle dei mercati emergenti globali.
Erano inoltre piuttosto costose rispetto al loro livello storico decennale, e anche le aspettative per gli utili sembravano elevate. Tuttavia, i gestori di portafoglio globali hanno a quanto pare sottopesato le azioni latinoa-mericane nel corso degli ultimi anni. Se le banche centrali allenteranno le politiche monetarie, ci sarà quindi spazio per un’ulteriore rivalutazione.
Principali conclusioni per gli investitori
• Dopo un prolungato periodo di debolezza, ci sono segnali di una moderata accelerazione della crescita in America latina, mentre l’inflazione sta calando. Le banche centrali dovrebbero essere in grado di allentare le politiche monetarie, anche se con prudenza.
I livelli ancora relativamente alti dei tassi d’interesse reali dovrebbero consentire di conseguire ulteriori guadagni sui mercati del reddito fisso dell’America latina. I rendimenti generati dalle obbligazioni in valuta forte saranno probabilmente solo moderati. Le obbligazioni in valuta locale offrono invece un maggiore potenziale di guadagno, sebbene possano essere soggette a livelli più elevati di volatilità. Le valute dovrebbero mostrare una buona tenuta.
Le prospettive per le azioni dell’America latina sono invece meno promettenti rispetto ad altri mercati emergenti dato che le loro valutazioni sono piuttosto elevate.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!