Parmalat, perchè incassare “meno” tra un po’ invece che “di più” e subito?

La francese Lactalis, azionista di maggioranza di Parmalat, ha lanciato a febbraio un’Opa sul flottante del titolo italiano (a 2,8 euro per azione). Con l’obiettivo di delistarlo. Fin qui tutto ok, compreso il grande battage pubblicitario su giornali e alla radio per convincere gli azionisti a consegnare le azioni all’Offerta.
Però c’è una domanda cui nessuno finora ha saputo darci risposta, alla luce delle quasi 220mila azioni apportate finora al 28 febbraio: per quale motivo un azionista dovrebbe dare i titoli in Opa e incassare 2,8 euro a metà marzo quando potrebbe invece semplicemente venderle in Borsa dove il titolo nelle ultime settimane ha oscillato tra 3 e 2,9 euro?
Insomma, è meglio incassare “meno” tra un po’ oppure “di più” e subito? Evidentemente la razionalità finanziaria di cui sono infarciti i manuali di finanza non alberga più qui.
E tutto questo senza contare che proprio oggi Amber Capital, che sul fronte Parmalat ha scatenato da tempo una guerra finanziaria contro Lactalis, ha reso pubblica oggi la “fairness opinion” di Intermonte sul reale valore della stessa Parmalat. Il documento è disponibile qui.
Di sicuro l’AIEDA, di cui abbiamo parlato poco fa ha un gran lavoro da fare….

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