Bce equilibrata: evidenzia i progressi ma ricorda i rischi e resta espansiva

A cura di Marco Vailati, Responsabile Ricerca e Investimenti di Cassa Lombarda

Nella riunione di ieri, la Bce ha mantenuto invariata la propria politica monetaria (tasso rifinanziamento principale 0%, tasso di prestito marginale +0.25%, tasso di deposito -0.40%, acquisti mensili 80 miliardi fino a fine marzo e poi 60 miliardi fino a fine dicembre 2017).

Nella conferenza stampa che ha seguito la riunione del Consiglio direttivo, Mario Draghi ha mantenuto un’impostazione sostanzialmente equilibrata con il duplice intento di mantenere aperte le diverse opzioni e non impattare pesantemente sui mercati. Nel complesso, ha prevalso la vena “dovish“.

Draghi ha evidenziato i miglioramenti degli indici di fiducia e i progressi reali conseguiti nonostante la lentezza delle riforme anche grazie alle condizioni finanziarie favorevoli garantite dal successo della politica monetaria (Pil, occupazione, erogazione credito, ecc.) e la riduzione dei rischi economici al ribasso. Ha però anche ricordato l’aumento dei rischi geopolitici e la natura solo temporanea e limitata dell’aumento dei prezzi, che rendono opportuno il mantenimento di una politica monetaria espansiva per sostenere il recupero stabile della crescita dei prezzi e dell’economia.

Il Presidente ha inoltre ribadito che i tassi resteranno bassi per un periodo esteso, anche oltre la fine del programma di acquisti in corso, senza però richiamare la disponibilità a ricorrere a tutti gli strumenti possibili per evidenziare le minori urgenze rispetto al passato. Ha aggiunto che non sono stati citati i TLTRO, le cui prime emissioni inizieranno a scadere. A questo proposito ha anche invitato a non speculare su un rialzo dei tassi prima della fine del APP alla fine del 12/17, o oltre se necessario, con re-investimento delle somme che nel frattempo giungono a scadenza.

La Bce seguirà l’evoluzione dell’economia e delle condizioni finanziarie e interverrà, se necessario, per aumentare la dimensione e/o la durata dell’APP. Questo per garantire uno stabile ritorno della crescita dei prezzi prossima per difetto al 2%.

Draghi ha ribadito che l’Euro è irrevocabile nonché prerequisito per il mercato unico e il suo livello influisce sulle stime economiche ma non è un target della banca centrale (nelle ultime proiezioni è stato assunto al valore medio di 1.07 per il triennio).

Pur non aggiungendo nulla di nuovo e avendo mantenuto un approccio sostanzialmente equilibrato, possiamo sostenere che l’intervento di Draghi ha un risvolto espansivo: ha rintuzzato le possibili pressioni per un atteggiamento più restrittivo, ispirate dalla crescita economica e dal rialzo dei prezzi globali, garantendo il mantenimento della condotta in essere.

L’enfasi sui progressi in corso dovrebbe essere di sostegno per l’azionario e gravare sui tassi a lunga scadenza, mentre l’allontanamento delle ipotesi di intervento anticipato sulle misure di politica monetaria non dovrebbe consentire l’avvio di uno stabile recupero dell’euro e sostiene ancora la parte breve delle curve.

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