Inutile guardare ai Nfp, la Fed rialzerà in ogni caso

A cura di Yann Quelenn analista di Swissquote

Dopo la sorpresa negli Usa dei dati stellari sulla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato (300.000 nel mese di febbraio), oggi i mercati finanziari sono in attesa di vedere nei dati sui Non-Farm-Payrolls (gli occupati non agricoli) una conferma del trend di ripresa dell’occupazione, nonostante vi siano aspettative di un dato inferiore a quello registrato a febbraio (227.000).

Per quanto brutto il dato possa uscire, riteniamo che a questo punto non avrà alcun peso nella decisione (già presa) della Fed di alzare i tassi la prossima settimana. Nonostante ci siano degli esempi passati in cui il NFP è risultato non allineato a quanto emerso dagli ADP, davvero non sapremmo come spiegarci una eventuale divergenza, qualora il dato odierno deludesse le aspettative, per quanto una lettura negativa potrebbe comportare un’ondata di vendite sul dollaro, dal momento che il rialzo dei tassi è ormai prezzato al 100% dal mercato.

Al di là di questo evento episodico, aumentano chiaramente le probabilità di assistere ad ulteriori strette monetarie nei prossimi incontri della Fed. Come noto, noi non crediamo possibile che la banca centrale americana possa rialzare i tassi oltre la soglia del 2% nei prossimi due anni in quanto rischierebbe di innescare una nuova crisi economica. Nel complesso, riteniamo che la forza del dollaro è destinata a proseguire poichè, per quanto il dato su NFP di oggi possa essere considerato ininfluente e senza dimenticare che Trump sostiene la necessità di una valuta più debole, saranno le incertezze che ancora avvolgono l’Europa a mantenere il biglietto verde su livelli elevati.

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