Italia, dopo Trump è il miglior mercato azionario

a cura di Guglielmo Manetti, Vice Direttore Generale di Intermonte Advisory e Gestione
Le elezioni di Trump hanno rappresentato il principale momento di discontinuità degli ultimi mesi, accelerando alcuni trend di cui si cominciava a vedere già parziale evidenza l’anno scorso, in particolare lo spostamento di asset dall’obbligazionario all’azionario, interrompendo un flusso che durava ininterrotto da diversi decenni.
In questo report abbiamo fatto il punto su quanto è successo nei quasi 6 mesi dalle elezioni di Trump fino ad oggi, con un particolare focus sul mercato azionario italiano.
La tabella qui sotto mostra il ranking delle performance delle principali asset class globali dalle elezioni di Trump il 4 novembre scorso.
performance indici
E’ evidente come mercati azionari e corporate bond siano stati i principali vincitori del cosiddetto “Trump reflation trade”, mentre bond governativi e commodities siano tra i perdenti.
E l’Italia è il miglior mercato azionario dalle elezioni USA!
Se ci concentriamo sui soli mercati azionari, è interessante (e per certi versi sorprendente…) notare che:

  • Quasi tutti i mercati, con l’eccezione di quelli emergenti (tipicamente sensibili a un rafforzamento del $) hanno fatto meglio degli USA
  • I mercati europei (con l’eccezione di UK e Francia, probabilmente maggiormente penalizzati da incertezza politica) hanno tutti fatto meglio degli USA
  • L’Italia è il miglior mercato dalle elezioni USA a oggi!

performance 2
Concentriamoci prima sul confronto tra Europa e USA…
Abbiamo cercato di analizzare dove si è generata questa migliore performance dei mercati azionari europei rispetto a quello USA, per poi cercare di capire se ci può essere una spiegazione fondamentale.
Come prima cosa abbiamo pertanto spaccato i 2 indici di riferimento (Stoxx 600 per l’Europa e S&P 500 per gli USA) nei principali settori per vedere dove c’è stata la forte sovraperformance.
Dal confronto tra le performance settoriali è interessante notare che:

  • I principali sovraperformer sono tra i settori meno legati al movimento al rialzo dei tassi, ovvero energy e tech
  • Viceversa i finanziari europei, che hanno tradizionalmente una grossa leva al rialzo dei tassi, hanno sottoperformato i finanziari USA. Meno sorprendente invece la performance dei titoli più interst sensitive, quali utilities e telecom.

Abbiamo cercato poi di capire quanto i fondamentali possano aver spiegato questi movimenti settoriali, ed in particolare ci siamo concentrati sulle revisioni delle stime di utile dalle elezioni americane ad oggi. Da questo confronto notiamo le stime in Europa sono salite di più di quelle negli USA (e quindi la sovraperformance sembra essere giustificata!).
Ci sono però alcune significative discrepanze tra andamento dei gli utili tra settori e sovraperformance relativa. In particolare:

  • Il settore energy è quello che mostra la principale decorrelazione tra andamento delle stime (cresciute meno della metà di quelle dei peers americani) rispetto alla forte sovraperformance riportata. In misura minore anche il settore IT, che pure ha fatto poco meglio, mostra un andamento analogo
  • Nella parte bassa della tabella di confronto tra gli utili settoriali troviamo invece una maggiore consistenza con le performance dei i settori financials, utilities e telecom.

… e confrontiamo poi i medesimi trend tra Europa ed Italia
Abbiamo verificato che la sovraperformance dell’Europa sugli USA è stata anche giustificata da un migliore andamento degli utili. Ora facciamo la stessa analisi tra il miglior mercato dalle elezioni USA a oggi, ovvero l’Italia , rispetto all’Europa. Per il confronto abbiamo usato l’indice FTSE AllShares Italy invece del FTSE MIB, in quanto è più rappresentata anche la componente mid-small caps. Per semplicità abbiamo anche raggruppato i settori consumers e industrials (che sull’indice italiano hanno un peso molto inferiore rispetto a quelli europei), per una rappresentazione più corretta della realtà italiana.
Vediamo intanto che tutti i settori italiani hanno fatto meglio dei peers europei nel periodo di riferimento, con il settore energy miglior performer e utilities e telecom (ancora una volta i 2 settori interest sensitive) che hanno fatto peggio dell’indice italiano.
Con la stessa metodologia, abbiamo confrontato l’andamento degli utili dei settori italiani rispetto ai loro peers europei. Dal confronto emergono alcuni interessanti spunti:

  • Da un punto di vista fondamentale la miglior performance dell’Italia rispetto all’Europa è in parte giustificata da un miglior andamento delle stime. Se lo confrontiamo poi con la crescita degli utili USA del +3.4% nello stesso periodo, la miglior performance dell’Italia assume un significato ancora maggiore
  • Il settore consumer è quello che ha visto la maggiore forbice tra sovraperformance dei peers ed andamento degli utili > in pratica è stato il settore con il maggior re-rating dei multipli
  • Dall’altra parte, telecom ed industriali sono i due settori dove il forte miglioramento delle stime di utile rispetto ai peers è stato seguito in maniera meno che proporzionale rispetto al trend di mercato da una performance settoriale.

Quali sono secondo noi i 4 motivi percui l’Italia è tornata di moda
Verso fine febbraio, il mercato italiano ha accelerato fortemente al rialzo sino a superare il mercato USA risultando il migliore nel periodo preso in considerazione.
 Ci possono essere ovviamente molti motivi dietro questa buona performance, e non ultimo il fatto che il mercato Italiano viene da un lungo periodo di forte sottoperformance relativa ed è ancora uno dei peggiori al mondo a 2 e 3 anni.
Tuttavia se vogliamo individuare quelli che per noi sono i principali 4 motivi dietro questa buona performance, sono i seguenti:

  • Riduzione del rischio politico Italia, con il rinvio elezioni al 2018
  • Successo dell’aumento capitale di Unicredito, terminato verso la metà del mese di marzo
  • La smentita dell’interesse di Intesa su Generali, arrivato il week end del 25-26 febbraio
  • La partenza dei PIR, che sta catturando l’interesse degli investitori e canalizzando flussi sul mercato italiano ed in particolare sulle mid-small caps.

Conclusioni di investimento: un rally giustificato dai fondamentali? Riteniamo di si
Il mercato azionario italiano risulta essere la migliore asset class nella fase di risk-off innestatasi dalle elezioni di Trump in avanti, avendo abbondantemente battuto mercati emergenti, mercato USA e tutti gli altri mercati europei.
Al di la di un normale riassorbimento dell’ancora enorme gap di performance che si è cumulato in tanti anni di performance dell’Italia molto peggiore del resto del mondo, riteniamo che ci siano anche dei solidi motivi fondamentali dietro la riscoperta del mercato italiano, a partire da un trend di miglioramento delle stime di utili che è superiore rispetto a quanto registrato sia in Europa che negli USA.
Ovviamente a questo punto la domanda è: quanto può continuare ancora questo trend virtuoso?
Dopo le recenti revisioni al rialzo delle stime, il mercato italiano tratta in linea con l’Europa su quest’anno ma ancora a sconto sul 2018, a fronte di una crescita attesa molto più forte.
Riteniamo che la direzione delle stime sia uno dei fattori più importanti per far proseguire l’attuale rialzo del mercato. In quest’ottica riteniamo fondamentale che anche i finanziari, ed in particolare il settore bancario, comincino a dare un contributo positivo, dopo essere stata continua fonte di continua delusione negli ultimi anni.
Questo fattore, insieme ad uno scenario politico in Europa che speriamo non porti brutte soprese, dovrebbe essere di supporto al mercato italiano nei prossimi mesi.

  • pe italia

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