Ecco come investire nei Pir con le polizze unit-linked

La normativa PIR entrata in vigore nel 2017 ha creato interessanti opportunità di investimento di lungo termine per gli investitori retail, anche se le considerazioni in merito alla quota di patrimonio da allocare sui PIR, necessariamente, devono essere strettamente legate all’orizzonte temporale di ciascun investitore. “Alla luce della struttura di incentivi fiscali vigente (che definisce in un minimo di cinque anni il periodo continuativo di detenzione per usufruire delle esenzioni fiscali sul plusvalore degli investimenti), e considerando la natura fortemente ciclica e volatile del segmento Small-Mid Cap, tale investimento può variare da un 5% ad un massimo del 15% del portafoglio investito, in proporzione alla propensione al rischio, agli obiettivi di rendimento ed all’età anagrafica del sottoscrittore dei piani individuali di risparmio”. A spiegarlo a Finanza Operativa è Gianluca D’Alessio, Portfolio Manager di FIA Asset Management (gruppo Farad).
“La natura dei piani individuali di risparmio può portare alcuni investitori retail a valutare l’investimento in tali tipi di prodotti all’interno di un contesto di polizza unit-linked – continua D’Alessio – All’interno delle soluzioni assicurative del ramo vita, le polizze unit-linked offrono infatti la possibilità di prendere un posizionamento su titoli e fondi di investimento (e nel caso specifico anche in strumenti a focus PIR) tramite dei fondi interni creati dalle compagnie assicurative, i quali possono presentare diversi profili di rischio e tra cui i sottoscrittori possono dividere il loro piano di accumulo in base alla propria propensione al rischio ed al proprio orizzonte temporale dell’investimento”.
Questi fondi interni sono gestiti direttamente dalle compagnie assicurative o delegati a gestori terzi, e fungono da collettori degli investimenti di una pluralità di sottoscrittori, beneficiando in tal modo di una gestione a monte che risulta più vantaggiosa per il sottoscrittore in termini di incidenza del costo di sottoscrizione sul singolo strumento rispetto all’onerosità delle medesime operazioni se l’investitore optasse per costruirsi un proprio deposito titoli PIR compliant. “Inoltre, l’investitore può in tal modo sottoscrivere piani di accumulo periodici anche per ammontari contenuti, sia a proprio nome che per preparare un piano di accumulo per i propri figli, tramite lo strumento delle polizze unit-linked caso vita – continua il manager di Fia Am – Un ulteriore vantaggio delle polizze unit-linked consiste nel differimento della tassazione dei rendimenti sul plusvalore dei sottostanti PIR della polizza, i quali diverranno appunto esenti qualora vengano rispettati i requisiti dei PIR, nonchè nell’esenzione del patrimonio della polizza a tasse di successione”. Restano tuttavia da valutare attentamente i costi legati a tale tipologia di prodotto, in quanto le compagnie assicurative applicano generalmente delle commissioni all’ingresso e delle commissioni di gestione annuali, che si vanno a sommare ai costi di gestione degli investimenti sottostanti alla polizza, e l’incidenza di tali strutture di costi può variare in maniera importante da una compagnia all’altra.
Conclude D’Alessio: “Per tali ragioni, prima della sottoscrizione di una polizza unit-linked con sottostante PIR, occorre che ciascun investitore faccia un’attenta valutazione dei costi/benefici di tale strumento, tenendo conto del proprio orizzonte temporale di riferimento, della propria età anagrafica e dell’ammontare del proprio patrimonio dedicato a tali tipologie di strumenti”.

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