
“Da segnalare inoltre che circa la metà delle spese totali di 433 miliardi sono state finanziate aumentando il livello del debito – fanno notare da di Notz Stucki, società di asset management ginevrina – A questo punto sorge una domanda: è una coincidenza che l’agitazione e le turbolenze sui mercati sono iniziate proprio a partire da agosto 2018?”
Il 2017 è stato infatti il terzo anno consecutivo in cui deficit sul budget è risultato in espansione e in passato una successione di anni simili è sempre culminata in una recessione.
“Ciò significa che le spese stanno crescendo a un ritmo più sostenuto rispetto alle entrate, persino nei periodi in cui l’economia ha superato le aspettative e i prezzi dei mercati azionari hanno raggiunto i massimi storici – continuano da Notz Stucki – Perciò, come si comporterà il governo americano? Ridurrà le spese, incrementerà il gettito fiscale o continuerà ad espandere il deficit?”.
In considerazione della politica fiscale di Trump volta principalmente a stimolare l’economia nel breve periodo, sussiste il rischio di un ulteriore allargamento del gap tra entrate e uscite e di un conseguente incremento di debito pubblico necessario per coprire tale deficit.
“Tale scenario potrebbe portare a rapide pressioni inflattive, perciò la Federal Reserve dovrà imporre delle condizioni finanziarie più restrittive, creando problemi per famiglie, aziende e paesi stranieri che detengono debito in dollari – concludono dalla società di asset management ginevrina – Inoltre la FED ha dichiarato di non voler finanziare il deficit USA, perciò il governo dovrebbe continuare ad appoggiarsi al settore privato, cioè attraverso il mercato dei capitali”.