La diversità fa bene anche al portafoglio

A cura di Marco Caprotti, Morningstar
“L’uguaglianza è più di un obiettivo in sè stesso. È una precondizione per venire incontro alla sfida della povertà, promuovere uno sviluppo sostenibile e costruire buone governance”. La frase, pronunciata dal settimo Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, durante uno speech spiega, in buona parte, perché i cosiddetti gender and ethnic diversity stanno diventando sempre più importanti anche per gli investitori a livello internazionale.
A conferma di questa posizione ci sono numerosi studi. Fra gli ultimi, quello della società di consulenza McKinsey, che ha scoperto che le aziende che fanno più attenzione alla diversità sono quelle che sono in grado di attarre i migliori talenti, hanno buone relazioni con i clienti e, in generale, prendono decisioni migliori.
La diversità rientra nella lettera S dell’acronimo ESG (environmental, social, governance) e l’attenzione a questi fattori è alla base del calcolo del rating di sostenibilità dei fondi elaborato da Morningstar (per approfondimenti clicca qui e qui).
Differenze etniche
“Nella nostra analisi abbiamo guardato alla diversità razziale e culturale in sei paesi in cui la definizione di ethnic diversity era comune e in cui avevamo dati disponibili”, spiega lo studio di McKinsey. “Abbiamo visto che le società che hanno gli executive team più diversificati dal punto di vista etnico, hanno il 33% in più di possibilità di andare meglio dei loro concorrenti in termini di profittabilità”.
Differenze di genere
Uno studio recente di Equileap (società che analizza le problematiche di equality a livello aziendale) ha rivelato che le donne ricoprono il 18% delle posizioni di vertice nei paesi sviluppati. Fra le aziende che hanno raggiunto il miglior grado di parità fra i generi (secondo un sistema di valutazione che va da A, per i più virtuosi in questo senso, a F per i meno attenti) ci sono General Motors, L’Oreal e Diageo.
Nella tabella in basso sono elencate le 10 società che fanno più attenzione all’uguaglianza di genere (la prima società italiana, in questo senso, è Intesa Sanpaolo in 33esima posizione).
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Fonte: Equileap
Un altro punto caldo quando si parla di differenze di genere sul luogo di lavoro è quello degli stipendi. Lo studio di Equileap ha analizzato i livelli di salario di più di 200 società che impiegano almeno 250 persone e ne hanno trovate 27 in cui non ci sono differenze (intese come un gap inferiore al 3% nella busta paga fra i generi). L’elenco, in ordine alfabetico, è nella tabella sotto. L’Italia è presente con Enel.
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 Fonte: Equileap
“Diversi studi hanno dimostrato come le società che hanno più donne nelle posizioni manageriali e che, in generale, promuovono la gender diversity a ogni livello tendano a fare meglio delle aziende che non lo fanno”, spiega Jon Hale, Director della ricerca sulla sostenibilità di Morningstar. “Puntando sulle società che promuovono la gender & ethnic diversity gli operatori possono fare impact investing accendendo i riflettori sulle questioni di genere ed etniche raggiungendo, nel contempo, rendimenti competitivi o addirittura superiori”.

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