Bond: le nuove emissioni della settimana sotto i riflettori

Settimana che sul fronte interno si sviluppa intorno alle dimissioni del Governo, una situazione che per il momento grosso impatto sui mercati non ha certo avuto. Infatti salvo un piccolo sussulto dello spread, tra il nostro Btp benchmark decennale ed il Bund tedesco, passato dai minimi sotto 115 all’area 120, con un rendimento tornato in area 0.65%, altre conseguenze non si sono viste, con i listini azionari tendenzialmente negativi nella settimana, ma in linea con le altre piazze, dove i timori di un allungamento internazionale delle restrizioni a causa del covid, sono il principale ostacolo alla ripresa della normalità. Su tutto ciò si è aggiunto il contrasto dei governi con i produttori dei vaccini che rallentando le consegne, rallentano anche i piani già programmati, portando quindi alle conseguenze negative anche per borse che scontano una frenata della ripresa economica.

Fari puntati anche sulla prima riunione della Fed, sotto la presidenza Biden, con la banca centrale statunitense che ha lasciato invariata la politica monetaria ribadendo l’impegno a usare tutti gli strumenti a disposizione per sostenere un’economia la cui ripresa negli ultimi mesi ha registrato un rallentamento. Dopo il meeting, il presidente Jerome Powell ha detto che il programma di vaccinazione è fondamentale, e che lo sforzo della Fed non verrà meno finché gli americani che hanno perso l’impiego non saranno nuovamente al lavoro.

I nuovi bond governativi sotto la lente

Sul fronte mercati, si è trattato di una settimana ricca di aste, con il Tesoro impegnato su più emissioni. Ad inizio settimana sono stati collocati tre miliardi di CTZ 2022 a -0.277% da -0.369%. Nell’asta BOT semestrale  il Tesoro ha collocato sette miliardi di euro a un rendimento pari a -0.448% da-0.52% del collocamento di fine dicembre. Il rendimento del Bot semestrale è salito nell’asta al massimo da fine settembre, mentre a fine dicembre era stato toccato il minimo storico.

L’appuntamento di maggior rilievo era per le aste sui Btp a medio-lungo periodo dove il Tesoro metteva a disposizione fino ad 8.75 miliardi suddivisi tra Btp a 5 e 10 anni ed al CCTeu aprile 2026.

Per il Btp 0.5% 2026 (isin IT0005419848) l’incremento è stato di 3 miliardi, lo stesso per il Btp 0.9% 2031 (IT0005422891), mentre il CCTeu è stato incrementato di un miliardo (IT0005428617).

I tassi hanno visto un incremento rispetto ai minimi record dell’ultima asta di novembre 2020.

Anche altri Paesi dell’eurozona si sono mossi, tra questi la Repubblica d’Austria ha collocato un nuovo senior bond a dieci anni dell’ammontare di quattro miliardi di euro. L’obbligazione (Isin AT0000A2NW83) ha rating AA+/Aa1 e le prime indicazioni di rendimento negativo in area 10 punti base sotto il tasso midswap di riferimento. Durante la fase del collocamento gli ordini hanno raggiunto 32 miliardi di euro, pari ad otto volte l’offerta. Lotto minimo di mille euro con multipli di mille.  Nello specifico il bond è stato prezzato con un rendimento finale negativo di 12 punti base, la cedola è pari a zero, prezzo 103.387, equivalente a un rendimento negativo di 0.331%.

La Grecia ha collocato 3,5 miliardi di un nuovo decennale che ha raccolto ordini per oltre 32 miliardi, il bond è stato prezzato a  100 punti base sul tasso midswap, ridotto rispetto alla guidance iniziale di 110 punti base. Cedola fissata a 0.75%, scadenza giugno 2031, Isin GR0124037715 e lotto minimo da mille euro con multipli di mille.

La Slovenia si è concentrata sull’extra lungo con un nuovo bond a 60 anni da 500 milioni registrando una domanda superiore ai 4,3 miliardi. Nello specifico, la scadenza è al marzo 2081, cedola del 0.6875%, rating AA-, Isin SI0002104121 e taglio minimo da mille euro con multipli di mille.

L’Arabia Saudita ha collocato sul mercato obbligazioni in dollari dal taglio “benchmark”, ossia di almeno 500 milioni di dollari ciascuna, sulle scadenze a 12 e a 40 anni. La prima è stata offerta a un rendimento iniziale di 165 punti base sopra il Treasury a dieci anni, equivalente a un rendimento dipoco inferiore al 2.70%; la seconda da rimborsare nel 2060 a un tasso del 3,75%, superiore al 3,50% vigente nella mattinata sul mercato secondario.

Il tesoro del Cile ha collocato sul mercato obbligazioni ESG, vale a dire con finalità ambientali e sociali, per un controvalore complessivo di 4,25 miliardi di dollari. Ottimo il riscontro tra gli investitori, quasi la metà dei quali sono stati gestori con un mandato esplicito di investimento nei bond ambientali, sociali e rivolti alla governance. L’emissione è avvenuta in euro e dollari e per entrambe le valute sono stati raccolti capitali con le più lunghe scadenze sinora per il Cile.  Nel dettaglio, il paese ha emesso un bond a 30 anni per 1.25 miliardi di euro e scadenza 2051. Il rendimento ottenuto alla scadenza è stato dell’1,298%, +125 punti base sopra il tasso “midswap”, a fronte di un prezzo di aggiudicazione di 98,814. Inoltre, ha riaperto il green bond con scadenza 2031 e sempre in euro per 400 milioni, con un rendimento dello 0,399%, +60 punti base sopra il tasso midswap. Per questo bond nel  complesso gli ordini sono stati pari a 4.13 miliardi, 2.5 volte maggiori. Rating A+/A-.

Il Tesoro americano potrebbe approfittare dei tassi bassissimi di questa fase per indebitarsi sulle lunghissime scadenze e ritorna l’ipotesi di emettere un Treasury a 50 anni.

Le obbligazioni verdi sono sempre più gettonate dagli investitori e nel 2021 il mercato si aspetta un numero sempre crescente di queste emissioni. Le emissioni di questi green bond sovrani europei sono in continua crescita. La Germania ha in rampa di lancio un trentennale e nuove emissioni a cinque e un anno. Pronte anche Spagna, Austria e Slovenia. Ma si attende soprattutto il debutto del primo Btp green da parte del Tesoro Italiano, si ipotizza una scadenza a dieci anni.

Sul fronte “sovranational”, successo per la EU che ha finanziato il programma diretto all’occupazione con un nuovo bond a sette anni, Isin EU000A287074, con cedola flat per 10 miliardi di euro ed una riapertura del titolo trentennale emesso a metà novembre, per altri 10 miliardi, Isin EU000A284469 con cedola 0.3%, rating tripla A e taglio minimo da mille euro con multipli di mille per entrambi. Questi titoli hanno particolare appeal soprattutto per le tesorerie delle banche.

Le nuove emissioni corporate

La volatilità dei mercati ha frenato maggiormente le emissioni corporate rispetto alle scorse settimane, in ogni caso vi sono stati dei collocamenti di successo, tra questi Webuild ed Acea. Per Webuild  si è trattato di un ritorno sul mercato, dopo il bond collocato poco più di un mese fa presso investitori istituzionali: l’ex gruppo Salini Impregilo ha aggiunto titoli per un importo complessivo di 200 milioni di euro ai 550 milioni emessi il 15 dicembre scorso.  Prezzo dei bond 103, che considerando la cedola annua del 5.875%, garantisce un rendimento del 5.39% alla scadenza quinquennale. L’operazione permetterà a Webuild di rifinanziare l’indebitamento esistente del gruppo, di allungarne ulteriormente la durata media di oltre quattro anni, oltre che di ridurre il costo implicito medio dello stesso prestito obbligazionario emesso a dicembre 2020. Isin XS2271356201, taglio minimo da 100mila euro con multipli di 100mila e con rating BB-/BB.

Acea ha emesso titoli per un importo complessivo di 900 milioni di euro, green bond. L’operazione si è articolata in due tranche, nell’ambito del green financing framework recentemente pubblicato ed a valere sul programma Emtn da quattro miliardi. Per la prima tranche (Isin XS2292486771), di importo pari a 300 milioni, cedola 0% e scadenza settembre 2025, prezzo 100,177, che implica un rendimento negativo -0.038%, primo caso in Italia per emittenti corporate. La seconda tranche (XS2292487076), di 600 milioni di euro, cedola 0.25% e scadenza luglio 2030, è stata collocato a 98,292 per un rendimento a scadenza dello 0.434%. Le richieste degli investitori sono state pari a sette volte l’ammontare offerto, ciò a riprova fel vento che continua a spirare alle spalle dei bond targati Italia.

La compagnia energetica portoghese EDP ha emesso il suo primo green bond del 2021, si tratta di un bond 60.5NC5.5. Il titolo (Isin PTEDPROM0029) può essere richiamato dall’emittente dopo 5.5 anni, a agosto 2026, prezzo di emissione 99.617  e rendimento dell’1.875%. Boom di ordini sul titolo, oltre 2.8 miliardi e questo ha permesso all’emittente di ridurre il rendimento all’1.875%, rispetto al 2.375% in fase inziale di collocamento. Rating Ba2/BB e lotto minimo 100mila euro con multipli di 100mila.

Per Prysman un bond equity linked da 750 milioni di euro con scadenza 2026 per rifinanziare il debito in scadenza e per il possibile riacquisto di altre sue emissioni. La società, attiva nella produzione di cavi industriali, ha collocato il prestito obbligazionario equity linked con durata cinque anni, con un pezzo di emissione di 102.50, con un rendimento annuo alla scadenza negativo pari a -0.49%. Le obbligazioni saranno convertibili alla scadenza in azioni ordinarie della società.

Il colosso energetico russo Gazprom ha collocato sui mercati internazionali un nuovo eurobond da 500 milioni di dollari. Ottimo il riscontro tra gli investitori, la cui domanda ha raggiunto un picco di 4 miliardi, consentendo all’emittente di tagliare il rendimento offerto rispetto alla “guidance” dal 3,25-3,375% al 2,95%. Le obbligazioni hanno una scadenza di otto anni. Rating BBB/BBB-. L’ultima emissione risale all’ottobre scorso, quando sui mercati venne collocato un bond perpetuo in due tranche: una in dollari per 1,4 miliardi e con cedola fissa del 4,598%; la seconda in euro per 1 miliardo e cedola fissa del 3,897%. Isin XS2291819980, taglio minimo da 200mila dollari con multipli di mille.

Monte dei Paschi ha allo studio una nuova obbligazione, si tratta di  bond AT1 dall’importo di circa 500 milioni, l’emissione si farà tra marzo e aprile e servirà a rafforzare il capitale della banca.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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