Intesa Sanpaolo, i numeri superano la prova del mercato

Intesa Sanpaolo ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con un utile netto salito a 1,21 miliardi di euro (165 milioni di euro in più dello stesso periodo del 2018), a fronte dei 950 milioni previsti dal consensus. I proventi operativi sono saliti del 6,6% a 4,67 miliardi di euro, gli introiti da trading di obbligazioni hanno battuto le attese raddoppiando a 426 milioni di euro, ma anche le commissioni sono cresciute di un buon 5,5% a 1,98 miliardi.

Meno brillante del previsto il margine di interesse, confermatosi a 1,76 miliardi, a fine giugno il Common Equity Tier a regime era salito a 13,9%, dal 13,5% di fine marzo. Inoltre, in base ai dati della prima parte dell’anno e grazie alla cessione a Prelios di 3 miliardi di euro di crediti deteriorati (“unlikely to pay”) annunciata ieri, grazie alla quale le Npe calano dal 8,4% di fine giugno al 7,7%,la banca guidata da Carlo Messina prevede di centrare gli obiettivi del 2019, arrivando dopo solo 18 mesi a quattro quinti degli obiettivi complessivi fissati dal piano industriale a quattro anni.

La guidance di Intesa Sanpaolo

Messina ha inoltre confermato l’obiettivo di un utile netto a fine anno superiore a quello del 2018, pari a 4 miliardi (nei primi sei mesi si è arrivati a 2,3 miliardi, il miglior semestre dal 2008) e di di prevedere un “significativo dividendo” nell’ ambito dell’80% di pay out previsto dal piano. L’anno scorso era stato distribuito un dividendo i 19,7 centesimi per azione, per complessivi 3,4 miliardi.

La reazione del mercato e i giudizi degli analisti

Positiva la reazione di analisti e mercato, col titolo che stamane segna +2,8% in avvio di giornata risalendo oltre i 2 euro per azione con volumi elevati, superiorei ai 26 milioni di pezzi dopo meno di mezzora di lavoro. Alla luce delle dichiarazioni di Messina è probabile che si possa assistere ad un ritocco delle stime su utili e dividendi (attualmente il consenso varia tra 14 e 20 centesimi per azione, con un valore medio di 18 centesimi). L’eventuale distribuzione di 20 centesimi per azione implicherebbe un utile intorno ai 27 centesimi.

In quel caso ai livelli attuali il titolo tratterebbe con un P/E implicito di circa 7,5 volte, mentre il dividend yield sarebbe attorno al 13,5%, multipli che da soli giustificherebbero un ulteriore recupero delle quotazioni, fino a ieri sera ancora in calo di un 25% abbondante rispetto a 12 mesi fa e sostanzialmente allineata ai valori di inizio anno (+1% di variazione, che con la giornata odierna potrebbe salire attorno al +4% se il titolo manterrà l’intonazione positiva di questo avvio di seduta).

Nelle ultime sedute il titolo aveva peraltro perso terreno in attesa della trimestrale, ma con volumi modesti che negavano l’apertura di uno scenario negativo. Il rimbalzo odierno conferma dunque che ci si trova semmai in una fase laterale con segnali di graduale miglioramento che dovranno essere confermati a medio termine con la risalita della media mobile veloce sopra la media mobile lenta.

Il quadro tecnico di Intesa Sapaolo

Un indice Rsi che ieri si era portato in area di ipervenduto (19,9 punti) indicava peraltro possibile un rimbalzo tecnico a brevissimo periodo e questo rende prudenti gli analisti tecnici che fissano le prime resistenze su livelli prossimi alle quotazioni correnti, a 2,03-2,07 euro per azione, mentre i supporti restano indicati a 1,93-1,90 euro per azione.

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

 

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