Fondi income, ecco come vincere la sfida del reddito

A cura di Ken Orchard, gestore obbligazionario, T. Rowe Price

I fondi cosiddetti “income” danno priorità alla generazione di un flusso di reddito regolare, piuttosto che all’apprezzamento del capitale. I fondi obbligazionari orientati al reddito tradizionalmente cercano di raggiungere l’obiettivo attraverso le cedole dei titoli societari o governativi, nello stesso modo in cui i fondi azionari dello stesso tipo puntano sulle azioni che erogano dividendi regolari. Sono prodotti pensati per gli investitori che vogliono ottenere un flusso reddituale regolare e a bassa volatilità, a prescindere dalle condizioni di mercato.

Il successo dell’investimento a fini di reddito dipende da tanti fattori e non solo dall’inserimento in portafoglio di titoli che distribuiscono cedole elevate. La sfida maggiore per una strategia di questo tipo è garantire che le remunerazioni siano allineate o superiori all’obiettivo di reddito in tutte le condizioni di mercato. Se i prezzi delle obbligazioni scendono e il rendimento è inferiore, si rischia un’erosione del capitale anche se il reddito continua a essere generato e distribuito.

Entrando più nel dettaglio sulla questione del reddito target, dal nostro punto di vista, riteniamo che questo rifletta più chiaramente gli obiettivi di un fondo obbligazionario orientato al reddito, rispetto all’ambizione di battere il benchmark. L’obiettivo può essere rivisto al rialzo o al ribasso se le condizioni di mercato cambiano sul piano strutturale rendendo sostenibili livelli di reddito target superiori o inferiori.

Raggiungere o superare l’obiettivo di reddito dipende dal successo su questi tre fronti:

  1. trovare strumenti che generano reddito con una bassa volatilità;
  2. usare la diversificazione per ridurre le correlazioni fra le posizioni (e quindi la volatilità complessiva);
  3. adeguare la combinazione di posizioni rischiose ed esenti da rischio, a seconda delle condizioni di mercato.

Un buon fondo di questa categoria comprenderà quattro elementi base principali: titoli sovrani di alta qualità, titoli societari investment grade, debito dei mercati emergenti in valuta forte e investimenti ad alto rendimento. Dovranno essere differenziati in termini di rischio e remunerazione, in modo che il gestore possa ritoccare la combinazione per ottenere il livello desiderato di reddito e volatilità. Ogni elemento base dovrebbe generare dal 10% al 40% del reddito complessivo, con una variazione delle proporzioni legata alle valutazioni, alle condizioni di mercato e alle prospettive. In tempi normali, la distribuzione sarà sbilanciata a favore delle componenti a rendimento/rischio più elevato, mentre nelle fasi turbolente saranno gli strumenti di più alta qualità ad essere sovraponderati.

  1. Titoli sovrani di alta qualità

Il debito sovrano di alta qualità (con rating A‑ o superiore) e i titoli garantiti da mutui (MBS) di agenzie, che rappresentano il primo elemento base, danno stabilità al portafoglio generando un reddito stabile e affidabile, anche se modesto, visti i bassi rendimenti attualmente disponibili su tali asset. In questa parte del portafoglio il rischio di credito è minimo e il rischio di duration, sebbene presente, dà un apporto positivo agendo come parziale copertura del rischio di credito insito in altre componenti.

  1. Titoli societari investment grade

Il secondo elemento base, rappresentato da titoli societari e credito cartolarizzato investment grade, implica un rischio di credito limitato (con un rating medio di A‑) e un livello di reddito decisamente più alto rispetto al debito sovrano. Le emissioni a breve scadenza possono rivelarsi più adatte in quanto presentano gli indici di Sharpe più alti: la curva del credito solitamente più ripida nel segmento anteriore aumenta il rendimento potenzialmente derivato dall’effetto di roll down, mentre la duration bassa riduce la volatilità di prezzo.

  1. Debito dei mercati emergenti in valuta forte

I titoli sovrani e societari dei mercati emergenti in valuta forte, che costituiscono il terzo elemento base, generano un reddito più elevato, ma nel contempo espongono il portafoglio a un rischio di credito e di prezzo maggiore. L’asset class del debito societario dei mercati emergenti è maturata nell’arco degli ultimi dieci anni e oggi include un’ampia varietà di aziende di diverse regioni, a cominciare dall’Asia, proponendosi come un fattore di diversificazione rispetto al credito statunitense ed europeo.

  1. Strumenti ad alto rendimento

Il quarto elemento base, ossia l’esposizione ai titoli high yield e al debito societario dei mercati emergenti in valuta locale, include emissioni ad alto rendimento statunitensi ed europee, nonché valute e titoli dei mercati emergenti in valuta locale. L’obiettivo è quello di mettere insieme una serie di idee differenziate che generino un reddito alto, ma comunque sostenibile, e per raggiungerlo servirà una rigorosa analisi dei fondamentali di tipo bottom-up per selezionare i profili di credito giusti. Dato che questa è la componente del fondo a più alto rischio, il livello di reddito che ne deriva dovrà essere attivamente riallineato in base alle valutazioni e alle prospettive di mercato del momento.

L’approccio di T. Rowe Price a questo tipo di investimento si basa proprio sui punti qui descritti, attraverso la proposta di una serie di strategie pensate per gli investitori che aspirano a ottenere un flusso reddituale regolare e attraente dal loro portafoglio obbligazionario.

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